Delitto di gruppo nella Milano del ‘68
Millenovecensosessantotto Milano, nella scuola serale Fustagni dietro piazzale Loreto, è stato trovato il corpo straziato di una maestrina, Matilde Crescenzaghi, a massacrarla pare siano stati i suoi studenti, undici ragazzi dai 1320 anni, figli di famiglie difficili, madri prostituite, padri alcolizzati, figli degli ultimi insomma, i colpevoli ideali da dare in pasto all’opinione pubblica. Ma il commissario Lamberti non è convinto, chi sono veramente i protagonisti dell’orribile omicidio? Dal romanzo di Giorgio Scerbanenco, Paolo Trotti ha tratto lo spettacolo «I ragazzi del massacro» da stasera al Parenti (via Pierlombardo 14, ore 19, 15 euro, fino al 24/1). Un noir dai contorni politici che racconta un mondo dove l’ansia di mettere il mostro in prima si scontra con chi sceglie di ragionare. «Al centro della questione c’è l’umanità, il carattere dei ragazzi — dice Trotti — un gruppo di giovani che oggi potrebbero essere i nostri immigrati, e tutti quelli che sono stati abbandonati dalla società». In scena dunque la ricostruzione delle tormentante vite degli studenti, le loro schede personali che tra le mani del commissario Duca Lamberti (Stefano Annoni) raccontano la Milano di 50 anni fa, un mondo per alcuni versi non troppo distante dal nostro, «quella maestrina uccisa in una scuola serale era una volontaria e i suoi studenti sono stati portati su quei banchi dalla passione di un’assistente sociale, inoltre chi sta investigando sull’omicidio non è un poliziotto, ma sono singoli individui che scelgono di andare ben oltre i compiti a loro assegnati, insomma qui c’è il ritratto di uno Stato che al posto di farsi carico degli ultimi, si basa sull’impegno dei cittadini proprio come oggi». Sul palco al fianco del commissario Lamberti, c’è Carrua, il poliziotto (Diego Paul Galtieri) e sul fronte opposto Livia (Federica Gelosa), la «musa ispiratrice di Lamberti, il simbolo dei valori del Sessantotto».