Débâcle 5 Stelle «Sul territorio facciamo fatica»
Il consigliere Violi
A
L’opinione
Non è colpa dell’intesa con Salvini: c’è meno politica alle Comunali
Cinisello si passa dal 28 per cento delle politiche al 10 di domenica. A Brescia il candidato sindaco dei Cinque Stelle supera di poco il cinque per cento. Un crollo? «No, sono i dati che più o meno ci aspettavamo», dice Dario Violi, ex candidato governatore e ora consigliere regionale. Di fronte a questi numeri come si può dire che non si tratta di una débâcle?
«Alle amministrative abbiamo sempre faticato. Tutti gli anni alle comunali di primavera ci troviamo davanti a questi numeri e la conclusione è sempre la stessa: “Il Movimento è finito”. Un esempio? A Como, l’anno scorso ha vinto il centrodestra e il nostro candidato prese anche lì il cinque per cento. Pochi mesi dopo abbiamo fatto il boom. Sono dinamiche locali».
Dinamiche locali nelle quali evidentemente sbagliate qualcosa, altrimenti non si spiegherebbero questi flop.
«Alle comunali c’è meno politica. Noi poi abbiamo una sola lista e 30 candidati, le coalizioni arrivano a schierare 200 aspiranti consiglieri che fanno campagna elettorale e muovono voti».
Non c’è un problema di classe dirigente locale non all’altezza?
«Ma no, c’è solo il problema che alla amministrative la nostra crescita elettorale è troppo lenta. Le politiche sono diverse, lì conta di più il voto d’opinione». Insisto: a Brescia avete raccolto il cinque per cento.
«Sapevamo di essere sotto il dieci. E poi ci sono realtà più piccole dove andiamo bene, arriviamo quasi al venti, e la crescita si vede». Pagate l’alleanza con Salvini? «No». Lei viene dal mondo del volontariato. Che giudizio dà della vicenda dell’Aquarius? «Se non dai un segnale non risolvi mai il problema». Quindi il ministro Salvini ha fatto bene a chiudere i porti?
«È stato un intervento giusto. Anche perché la nave aveva viveri e il Viminale ha mandato personale qualificato. Nessuno insomma ha rischiato la vita». Il Nord boccia l’assistenzialismo del reddito di cittadinanza?
«Ma no: appena il governo Conte si metterà al lavoro dimostrerà di essere il miglior alleato delle imprese del Nord». E ora? Ai ballottaggi appoggerete i candidati leghisti?
«No. Anche perché i politici che si arrogano la presunzione di disporre del voto dei propri elettori sono fuori dal tempo».