Corriere della Sera (Milano)

La Rai di Milano perde il direttore I sindacati: allarme smantellam­ento

«Scelta scellerata, intervenga­no le istituzion­i». Ma la nuova sede non è a rischio

- Giampiero Rossi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Rai di Milano «perde la testa» e rischia di tornare al passato: Piero Gaffuri, direttore del centro di produzione dell’emittente di Stato, sta facendo le valigie. Nessun silurament­o: torna a Roma per motivi personali. La notizia non è ufficiale, ma da giorni nei corridoi di corso Sempione (ma anche in quelli di Saxa Rubra) non è mistero per nessuno. E i lavoratori milanesi sono in fibrillazi­one, perché la perdita del capo — che non sarà sostituito ma affidato ad

interim al direttore Produzione tv Roberto Cecatto — rischia di mortificar­e le residue speranze di un degno futuro per la sede lombarda.

A lanciare l’allarme è stato un volantino della Rappresent­anza sindacale unitaria (Rsu) di corso Sempione: «Ci giungono notizie della imminente uscita del direttore del centro di produzione di Milano e dell’assegnazio­ne ad interim del ruolo a un dirigente di Roma. Sarebbe una notizia gravissima — si legge — perché ulteriore prova dello smantellam­ento gestionale e direttivo della Rai a Milano». Una scelta definita «scellerata» perché «destruttur­a la parte organizzat­iva minando la capacità a gestire un futuro che sembrava delineare importanti novità». I lavoratori, quindi, invitano le istituzion­i locali «a prendere una netta posizione sulla vicenda».

A cavallo del fine settimana sono arrivate ripetute conferme, rigorosame­nte informali: Gaffuri se ne va e per il momento non si parla di alcuna nomina sostitutiv­a, anche perché in Rai, più che altrove, le vicende politiche si riverberan­o profondame­nte su quelle aziendali. Difficile immaginare, sulla scorta delle esperienze passate, una scelta «forte» su Milano mentre tutti sono in attesa che i nuovi poteri esprimano le proprie scelte su viale Mazzini. «O forse non la faranno mai questa scelta — commenta amaro Andrea Corbella, storico rappresent­ante sindacale della Slc Cgil in corso Sempione — perché a molti fa comodo una sede azzoppata per inchiodare Milano al rango di sede periferica. E lo stesso direttore uscente lo ha capito tempo fa». Secondo il tecnico-sindacalis­ta, «al di là delle scelte personali, che non discutiamo, questo centro di produzione è stato progressiv­amente decapitato di tutti i suoi colonnelli e adesso anche dell’unico generale. Siamo praticamen­te all’autogestio­ne e così si perdono le ultime opportunit­à di rilancio di una sede che avrebbe i requisiti per essere un luogo di lavoro e di produzione culturale di respiro nazionale. Invece si sta lentamente spegnendo tutto, a partire dalla radiofonia, che avrebbe un potenziale enorme». Piero Gaffuri, infatti, è il dirigente di più alto livello che l’emittente di Stato abbia mai inviato a Milano. E lui per primo aveva coltivato (e raccontato al Corriere) qualche ambizione, simboleggi­ata dal sogno di produrre una soap

opera tutta ambrosiana, sullo stile di Un posto al sole che ha significat­o il rilancio della sede di Napoli.

Non sembra a rischio l’operazione (peraltro non del tutto formalizza­ta) di trasferime­nto di parte degli studi negli spazi della ex Fiera al Portello. «Ma a questo punto — dice Corbella — rischia di essere un semplice trasloco».

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