Corriere della Sera (Milano)

Aiuto, ho una figlia di 90 anni

Gianna Coletti mette in scena la sua storia con leggerezza, ironia e verità

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«Giannina, fai la brava con la tua vecchia. Rumpum no i

ball». «Giannina, mi adotti? Sono nelle tue mani». «Gianna, aiutami a disfare l’anima. La possiamo fare su meglio». «Fammi vedere la luce, Giannina. Aiutami a vivere nel colore. Salvami dagli inconvenie­nti della vita». Chi parla è Anna, la novantenne «mamma a carico» ormai cieca che dà il titolo allo spettacolo in scena da domani al Franco Parenti. Gianna è Gianna Coletti, la figlia cinquanten­ne, l’attrice che mette «in piazza» i tre anni dedicati alla cura della sua mamma. Le vediamo insieme sullo sfondo, nei video estrapolat­i dal film «Tra cinque minuti in scena» di Laura Chiossone. Due donne a loro modo straordina­rie, alle prese con una situazione sempre più ordinaria nelle famiglie italiane.

Quando i genitori invecchian­o e i ruoli si capovolgon­o. «Mentre le stavo preparando del tè mi ha chiamata mamma. Mi ha fatto impression­e. Io non sono tua madre, le ho detto. Sono tua figlia. Mi ha risposto: “È vero. Ma sei anche mia madre”. E in fondo ha ragione, ho una figlia di novant’anni che mi fa ammattire, mi diverte, mi strazia e mi fa piangere. Ma mi fa vivere».

Un storia vera, travolgent­e, rivissuta con una leggerezza che emoziona e diverte anche gli spettatori. «Cosa posso fare, Gianna?». «Tu cosa vorresti fare?». «I mestieri». Un bel problema, il tempo per le persone anziane. Così capita che la figlia e i badanti si inventino acciacchi e si facciano manipolare dalla «vecchia», che da ragazza faceva i massaggi. Gianna racconta di quando la madre mise un’inserzione sul «Corriere della Sera»: «Massaggiat­rice diplomata effettua al proprio domicilio...». Dopo le prime telefonate si era resa conto dell’equivoco. E sparava tutto d’un fiato: «La tariffa è di 50 mila lire». E quelli al telefono: «Come mai così tanto?». «Perché sono vergine».

Rideva lei e ridiamo noi. «Mamma a carico» non è tutta rose e fiori. Coletti non nasconde niente: lo stress del

caregiver, la tragicomme­dia dell’incontinen­za, il pannolone, la stanchezza, la paura. Racconta di Lorenzo, il fidanzato romano: «A Gia’, te stai a invecchia’ co’ tu’ madre. Anzi se stamo a invecchia’ tutti e due». C’è l’andirivien­i dall’hospice. C’è tutto, fino alla fine. Eppure la leggerezza di questo amore immenso e «sifolino» non si perde mai. Come in una canzone di Leonard Cohen, «c’è una spalla dove la morte viene a piangere». E a ridere. Quella madre fragile e vitale si riflette nella figlia, bravissima a camminare in bilico sulla fune dell’ironia, sulle corde della sua chitarra. E i ruoli in fondo tornano a mischiarsi. Anna e Giannina: chi ha fatto vivere chi? Michele Farina

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Travolgent­e Gianna Coletti in un momento dello spettacolo al Parenti

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