Corriere della Sera (Milano)

La favola di Chiara artista ritrovata alla Pinacoteca di Brera

Aveva lasciato le matite per un posto a Brera. Ora Bradburne le affida la sua fiaba

- di Francesca Bonazzoli

Diploma artistico, laurea in storia dell’arte e poi 18 anni da impiegata alla Pinacoteca di Brera: la sicurezza del posto fisso in cambio del sogno di fare l’illustratr­ice. Ora il direttore Bradburne ha riscoperto il suo talento: Chiara Sacchi illustrerà l’opera lirica «Emma e il Baku blu».

Il diploma al liceo artistico; la laurea in storia dell’arte e poi diciotto anni da impiegata alla Pinacoteca di Brera: la sicurezza del posto fisso in cambio del sogno di fare l’illustratr­ice.

Chiara Sacchi ha iniziato a lavorare nel museo di via Brera nel 2000, quando il ministro Walter Veltroni aveva introdotto le figure di giovani laureati a disposizio­ne dei visitatori. Ma quell’impegno inizialmen­te limitato ai fine settimana si era poi trasformat­o in un contratto a tempo indetermin­ato che in diciotto anni sembrava aver definitiva­mente tarpato le ali alle ambizioni artistiche.

E invece la partita si è riaperta quando il direttore britannico della pinacoteca James Bradburne, 63 anni, ha scoperto il talento di Chiara e le ha proposto di illustrare l’opera lirica per bambini «Emma e il Baku blu» andata in scena alla Biblioteca Braidense lo scorso dicembre con musiche di Bruce Adolphe e libretto dello stesso Bradburne. Il volume con la fiaba sarà ora pubblicato da Valentina Edizioni con il sostegno di Francesco Brioschi, Fondazione Berti e Maria e Jan Shrem, e verrà presentato al pubblico il 21 febbraio, alle 18, in occasione dell’apertura serale del terzo giovedì del mese a 3 euro.

«Il direttore Bradburne poteva scegliere fra centinaia di illustrato­ri più famosi», spiega Chiara. «Ma la sua filosofia è sempre stata quella di valorizzar­e le persone interne al museo. Ci ripete continuame­nte: la mia porta è sempre aperta. Così, durante una riunione dell’ufficio comunicazi­one in cui lavoro, è saltato fuori che avevo studiato disegno e siccome serviva un’immagine per il comunicato stampa della riapertura della porta Gregotti, mi hanno affidato il compito di crearne una. Lo stesso è successo quando si è parlato del progetto dell’opera del Baku blu. Bradburne mi ha dato la sua fiaba e durante l’estate ho lavorato ad uno storyboard che gli è piaciuta».

Non era la prima volta che Chiara si misurava con l’editoria. Aveva già collaborat­o alle storie di Geronimo Stilton e realizzato alcuni lavori per la Diocesi di Milano. Nel suo curriculum ci sono anche la partecipaz­ione alla Mostra Internazio­nale d’Illustrazi­one per l’infanzia di Sàrmede, una menzione d’onore al concorso «Scarpetta d’oro» e un secondo posto al «Fumetto Internatio­nal Talent Award». Ma erano ormai tutte «fiammate» di una decina di anni fa. Il fuoco, tuttavia, continuava a bruciare sotto la cenere e mentre Chiara ruotava da un ufficio all’altro della Pinacoteca — vigilanza, accoglienz­a, didattica, comunicazi­one — non abbandonav­a la passione per carta e colori. Addirittur­a, nel 2012, prende un’aspettativ­a non retribuita per studiare disegno alla Kingston University di Londra da cui è tornata con alcune collaboraz­ioni con una fabbrica di tessuti. Questa, però, è la prima volta che realizza una storia sua: 45 tavole più la copertina che raccontano la fiaba di una bimba di 8 anni e di Baku, un mostro blu della tradizione giapponese in grado di divorare i sogni ma non gli incubi che gli risultano indigesti. «La difficoltà maggiore è stata evitare di ripetere sempliceme­nte col disegno quello che era scritto», racconta la Sacchi.

Difficoltà superata brillantem­ente secondo Bradburne: «Chiara ha tradotto benissimo lo spirito onirico del racconto e l’ispirazion­e giapponese con un approccio che ricorda lo stile Manga, senza dimenticar­e la tradizione occidental­e dell’illustrazi­one per bambini — spiega . Quando ho scoperto che anche lei condividev­a con me la passione per la cultura giapponese, le ho subito proposto il lavoro. Mi ha convinto la sua mano leggera e femminile, molto adatta all’atmosfera del sogno, ma anche abbastanza forte da comunicare la parte terrifican­te e preoccupan­te dell’incubo».

Chiara sa bene che questo libro le porterà visibilità e non ha alcuna intenzione di lasciarsel­a sfuggire. Sta lavorando a un nuovo progetto già presentato a un editore: diciotto anni di posto fisso non le hanno domato l’animo del free lance.

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(foto Corner) Al tavolo da disegno Chiara Sacchi, 41 anni, diploma al liceo artistico e laurea in storia dell’arte. Impiegata a Brera
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Direttore James Bradburne, 63 anni
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Dettagli Una tavola della fiaba

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