Corriere della Sera (Milano)

Epopea Colombi trattoria dei vip

Il celebre locale in Oltrepo amato dall’allora cardinale Montini

- di Eleonora Lanzetti

Niente più risotti e stracotto al ristorante Colombi di Montù Beccaria (Pv). Aperto nel 1953, tra i suoi clienti anche il cardinale Montini. «Ho 80 anni, mi ritiro», dice il titolare Bruno Colombi.

PAVIA Bruno Colombi ha risposto a più di 180 telefonate dopo aver appeso il cartello con la scritta «chiuso» sulla porta del suo ristorante a Loglio di Sotto, lungo la provincial­e che da Stradella porta a Santa Maria della Versa. Un tempio sacro della cucina dell’Oltrepo Pavese, quella modesta trattoria aperta nel 1953 e divenuta ben presto il punto di riferiment­o per chi arrivava quassù per comprare qualche bottiglia buona e mangiar bene. Oltre 60 anni di pranzi e cene senza chiudere mai, ad eccezione della sera di Natale, perché la porta da Colombi era sempre aperta. Bruno, da bravo oste, era solito girare sorridente tra i tavoli, mentre la moglie Rosanna, chef da forchetta d’oro, era in cucina a mantecare risotti al tartufo e ai porcini, ai quali aggiungeva abbondanti dosi di passione, prima del burro e del formaggio. «Ho compiuto 80 anni, e avevo giurato alle mie figlie che avrei finito questa meraviglio­sa avventura del Colombi. Mi sembra un’età ragionevol­e per lasciare».

Ai tavoli di questo ristorante si sono seduti in tanti: industrial­i, politici, personaggi dello spettacolo e dello sport. Di ognuno Bruno conosceva abitudini e gusti. «Ricordo le preferenze di Luciano Benetton, cosa piaceva a Prodi e al cardinale Montini». In tanti rimpianger­anno i salumi, gli agnolotti al brasato di Rosanna, i ricchi stracotti e l’insalata russa. «Non esistono clienti difficili, ma bravi ristorator­i capaci di entrarci in sintonia», ripete il signor Colombi mentre sfoglia l’album dei ricordi. Le foto in bianco e nero lo ritraggono giovanissi­mo, appena terminate le scuole medie, in compagnia di papà Enrico e mamma Bianca, proprietar­i dell’allora Commestibi­li Caffè Trattoria Colombi, trasformat­a poi nello storico ristorante. «Mio padre con grandi sacrifici aveva acquistato un piccolo lembo di terra per aprire una drogheria e una trattoria con pochi coperti dove mia mamma poteva dimostrare le sue grandi abilità in cucina. Lei mi ha trasmesso l’amore per questo mestiere».

Le luci delle grandi sale sono spente, le sedie sui tavoli, ma Bruno e Rosanna faticano a stare lontani da qui, e si augurano che presto qualcuno possa riaprire i battenti per continuare con la tradizione di questo ristorante. «È triste vedere la porta chiusa e il parcheggio vuoto. Vorremmo lasciare il ristorante in mani fidate ed esperte — si augura Bruno Colombi —. Ogni tanto, poi, potrei passare casualment­e di qui in veste di oste intratteni­tore a costo zero. Sono certo che i clienti storici ne sarebbero felici. Io ancora di più».

 ?? (foto Milani) ?? Il patron Bruno Colombi e la moglie Rosanna all’interno del loro ristorante aperto nel 1953 (sotto) a Montù Beccaria (Pv)
(foto Milani) Il patron Bruno Colombi e la moglie Rosanna all’interno del loro ristorante aperto nel 1953 (sotto) a Montù Beccaria (Pv)
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