Dalle coop boliviane alle aziende artigianali Quando la filiera del cacao è equa e solidale
Fondente, al latte, in tavolette, praline o creme, tutti mangiamo cioccolato. I principali Paesi produttori di cacao sono Costa d’Avorio e Ghana, che insieme ne forniscono più del 60%. Per questa coltura sono state abbattute vaste estensioni di foresta, provocando una riduzione della biodiversità e l’alterazione del clima locale, fino a innescare un processo di desertificazione. La filiera inoltre è spesso legata a violazioni dei diritti umani e sfruttamento del lavoro minorile. Le certificazioni di equo-sostenibilità, come Fair trade, sono un tentativo di garantire il rispetto delle persone e dell’ambiente. Il cacao di Altromercato, per esempio, è fornito da El Ceibo, grande coobile perativa boliviana, sostenuta dalla Fao, che riunisce piccoli coltivatori. Questi, seguendo i criteri dell’agroecologia, coltivano il cacao in associazione con altre specie; così è possi- difendere la biodiversità e godere dei proventi della vendita sul mercato locale dei prodotti coltivati con il cacao. È equo, oltre che gourmet, anche il cioccolato della piccola azienda Dolci saperi di Paderno Dugnano. Anche i colossi, come Nestlè, Mars e Lindt, dichiarano di voler dare sempre più importanza alla sostenibilità, questo però è difficile da verificare. La soluzione più efficace sarebbe una chiara presa di posizione dell’Ue.