Il Campidoglio ora mette l’Ama «sotto tutela»
Segnale all’ad Bagnacani, lui fa muro: resto
Si fa sempre più duro lo scontro tra Ama e il Comune, dopo la bocciatura del bilancio della municipalizzata. Se non fosse che la delibera di Giunta, nella quale si chiede di riscriverlo in base ai rilievi del collegio sindacale, contiene anche altro. Nel documento si detta una serie di condizioni che configurano il «commissariamento». Prima: la due diligence voluta dall’amministrazione sulla riconciliazione delle partite relative ai servizi cimiteriali. Seconda: la creazione di un gruppo di lavoro congiunto Ama-Campidoglio, per verificare l’andamento della gestione economico-finanziaria della società nel 2018. L’ad dell’azienda Bagnacani, però, fa muro: «Nessuna dimissione». Ma la sindaca sarebbe decisa a rimuoverlo al più presto dall’incarico.
Si fa sempre più duro lo scontro tra Ama e Campidoglio: conflitto anomalo, considerato che il rapporto tra socio unico e partecipata dovrebbe essere all’insegna della collaborazione. Il record di avvicendamenti - assessori, presidenti, dg scelti dai 5S - dice il contrario: che il Comune, a differenza del risanamento avviato in Atac, è incappato in serie difficoltà nel gestire l’azienda. Ultima grana, la bocciatura del bilancio dopo mesi di fumate nere. Con una differenza sostanziale, racchiusa nelle righe finali della delibera di Giunta che detta la linea alla municipalizzata.
Il primo paletto fissato dalla sindaca, sempre più determinata a prendere in mano il dossier, informa la società «che il Comune attiverà una due diligence sulla riconciliazione delle partite relative ai servizi cimiteriali (i 18 milioni di crediti vantati da Ama, ndr) che qualifichi e certifichi, sia sotto il profilo giuridico, sia sotto quello economico, il disallineamento emerso nell’ambito dei servizi cimiteriali sulle partite creditorie/debitorie tra Roma Capitale e la società». Ma l’aut aut che dà la misura di quanto i rapporti siano tesi è un altro: l’impegno a costituire «un gruppo di lavoro congiunto tra Ama e Roma Capitale, al fine di verificare l’andamento della gestione economico-finanziaria della società nel corso del 2018 e, dunque, propedeutico a una preventiva risoluzione delle criticità riferite al bilancio». Di fatto una cabina di regia che sa di commissariamento, con gli uomini di Raggi a condurre il gioco: il dg del Comune, Franco Giampaoletti, e il responsabile dei conti capitolini, Gianni Lemmetti. E però la linea assunta ieri dalla municipalizzata, in vista della seduta odierna del Cda, non sembra recepire più di tanto gli input. «Il Consiglio di amministrazione di Ama è unito e determinato ad operare per portare l’azienda fuori da una situazione di potenziale crisi a seguito della mancata approvazione del bilancio da parte del socio - recita la nota - . Fin dal suo insediamento il Cda ha sempre agito, e intende farlo ancor di più oggi, per garantire la solidità aziendale. Nessuna dimissione, ma al contrario tanto impegno per costruire una prospettiva di un’azienda pubblica e solida nell’interesse dei lavoratori». Continua dunque il braccio di ferro con l’ad Lorenzo Bagnacani. Situazione intricata al punto che ieri, tra i molti scenari possibili, si vociferava che il manager fosse pronto a portare i libri in Tribunale per affidare a un giudice
Muraro
Il gruppo M5S sembra spaccato su un suo possibile ritorno in giunta al posto di Montanari
Indiscrezioni
L’ad potrebbe rivolgersi al tribunale per far valutare la questione bilancio
le valutazioni contabili. Ma secondo altre fonti avrebbe le ore contate: entro pochi giorni la sindaca vorrebbe liberarsene. Nel frattempo da Palazzo Senatorio assicurano la nomina del nuovo assessore all’Ambiente arriverà in settimana. Tra i papabili Mario Tozzi, commissario del Parco dell’Appia Antica, si è già sfilato: «Risolvere il problema dei rifiuti a Roma? Missione impossibile in tempi brevi». Sull’ex assessora Paola Muraro, che ha aperto a una «decisione collegiale», la maggioranza sembra spaccata.