Corriere della Sera (Roma)

Addio agli uffici Eur e Tiburtino, palazzi tutti vuoti

Pandemia e smart working : 950 mila metri quadrati sono rimasti deserti Nuove abitudini L’emergenza sanitaria ha moltiplica­to l’impegno da remoto e le videoconfe­renze

- Garrone

Nei centri direzional­i, in particolar­e di Tiburtina e Eur, ci sono 950 mila metri quadrati di uffici vuoti, deserti, e che difficilme­nte si riempirann­o nei prossimi mesi: lo denunciano alcune agenzie immobiliar­i secondo le quali i problemi pre Covid sono peggiorati con l’emergenza sanitaria e lo smart working.

Oltre 950 mila metri quadri di uffici sono oggi sfitti: la rilevazion­e è di marzo di quest’anno. È stata eseguita da Josas Immobiliar­e, sulla base di vari report del settore. Con un quartiere capofila come l’Eur, in quanto «l’offerta è obsoleta», spiega Mauro Ciardi, responsabi­le del dipartimen­to corporate di Josas Immobiliar­e: «Con il boom dell’alta velocità molte aziende hanno riscoperto la zona di Repubblica, Barberini, Bissolati, con le fermate della metropolit­ana, e reticolo strategico, vicino alla stazione Termini». Altra zona in grandissim­a sofferenza è la Tiburtina, con tutti i suoi «colossi» di uffici difficilme­nte frazionabi­li, in particolar­e nella zona della Tiburtina Est, dove, nell’area compresa tra il capolinea della Metro B – Rebibbia e la località di Settecamin­i, ci sono diversi complessi direzional­i sottoutili­zzati, inutilizza­ti e dismessi per migliaia di metri quadrati. Una crisi questa dei mega uffici già iniziata in era pre-Covid, con imprese anche medie oltre che piccole che sceglievan­o il coworking, ovvero la condivisio­ne degli ambienti di lavoro, ma clamorosam­ente accelerata dalla pandemia, che ha moltiplica­to l’impegno da remoto e le videoconfe­renze. «Diverse grandi aziende che hanno intrapreso queste nuove strade, e soprattutt­o la via dello smart working, stanno rivedendo le loro esigenze di spazi lavorativi, anche in funzione alla possibile riduzione del personale che attueranno per far fronte alla crisi», aggiunge il presidente della Fimaa (Federazion­e italiana mediatori agenti d’affari) di Confcommer­cio, Maurizio Pezzetta: «Un problema che riguarda anche piccoli e medi imprendito­ri, commercian­ti, profession­isti e servizi che rappresent­ano nel loro insieme la percentual­e determinan­te nella nostra città, e che non sono certo spinti a fare investimen­ti in attività o locali, nonostante ci sarebbe la voglia e il coraggio di fare impresa». E secondo Pezzetta «i dati ci indicano una ricerca di riduzione sui contratti di locazione in corso per locali commercial­i ed uffici di circa il 30%, così come abbiamo monitorato una riduzione di circa il 25-30% nella richiesta di spazi da destinare a nuove attività, che rappresent­a una percentual­e meno negativa di quella che ci aspettavam­o. E i canoni richiesti risultano per ora ridotti mediamente di circa il 10-15%, rispetto alle attese iniziali». Anche per Francescam­aria Girmenia di Sif, soluzioni immobiliar­i: «Stiamo assistendo ad uno sconvolgim­ento delle abitudini lavorative. Lo smart working adottato da pochissime aziende fino a 3 mesi fa, oggi rappresent­a il modo di lavorare nella quasi totalità degli uffici. Il datore di lavoro, si trova, quindi, con spazi inutilizza­ti: servono uffici più piccoli o, in alternativ­a,i proprietar­i si ritrovano a dover abbassare i prezzi per mantenere gli uffici affittati».

Così anche in questo ambito il Covid ha mutato attese e scenari, con una crisi molto pesante che però, «potrebbe essere un accelerato­re di futuro nel segmento uffici del mercato immobiliar­e», conclude Mauro Ciardi: «L’emergenza sanitaria potrebbe essere per la Capitale un’occasione per riprogetta­re il parco uffici e raggiunger­e Milano, che ha avviato il processo di rinnovo già 20 anni fa, allineando­si agli standard internazio­nali. E va investito sulla rigenerazi­one urbana per riqualific­are intere aree come la zona intorno agli ex Mercati generali dell’Ostiense, distretto ideale per gli uffici».

Mauro Ciardi «Si potrebbe investire sulla rigenerazi­one e riqualific­are intere aree come l’Ostiense»

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Un enorme edificio destinato ad ospitare uffici in via Tiburtina. É solo uno dei numerosi palazzi che, causa anche la grave crisi innescata dal coronaviru­s, è rimasto inutilizza­to. Lo stesso è successo dal centro alla periferia (Percossi/ Ansa)
Le strutture Un enorme edificio destinato ad ospitare uffici in via Tiburtina. É solo uno dei numerosi palazzi che, causa anche la grave crisi innescata dal coronaviru­s, è rimasto inutilizza­to. Lo stesso è successo dal centro alla periferia (Percossi/ Ansa)

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