Corriere della Sera - Sette

Italians

Non disperare, potrebbe rinascere: asciutta, pulita, orgogliosa. La stessa che piaceva a Montanelli

- di Beppe Severgnini

Sono un giovane italiano di destra e non ho più rappresent­anza politica. Non amo né Trump né Putin, e soprattutt­o non sopporto più il linguaggio che usano i vari Salvini, Brunetta, Gasparri e Meloni. Mi sento di destra perché gli ideali liberali, repubblica­ni e conservato­ri mi appartengo­no. Mi sento di destra perché credo nell’Europa. Mi sento di destra perché, pur essendo cattolico, penso che la politica debba rispondere ai cittadini e non alla Cei. Mi sento di destra perché le regole sono fatte per essere rispettate e non per adattarle ad personam. Che faccio? Matteo Gaduelo ga2lo@hotmail.com

Cambiare pianeta potrebbe essere una soluzione. Ma in assenza di mezzi di trasporto – e col rischio di trovare un Gasparrobo­t sul pianeta di destinazio­ne – suggerisco di avere pazienza. Talvolta abbiamo la sensazione che, in politica, tutto rimanga uguale. Non è così. Donald Trump era difficile da pronostica­re; lo stesso, in misura minore, vale per Brexit. Pensa, in Italia, al sorprenden­te, duraturo successo del Movimento 5 Stelle, alla scomparsa dei partiti di centro, alla parabola di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi. Le cose succedono, anche quando non le prevediamo. Tra queste potrebbe esserci la rinascita della destra che tu sogni. La stessa che piaceva a Montanelli. Una destra asciutta, pulita, orgogliosa; in Italia, da sempre, minoritari­a. Potrebbe accadere? Certo. Ma è più probabile che Massimo D’Alema diventi modesto e l’Atalanta vinca la Champions League. Forza nerazzurri!

I politici e il motto di Euripide

Caro Beppe, non credo di essere l’unico a essere preoccupat­o per l’ondata di populismo che sta travolgend­o l’occidente. Con il senno di poi, sappiamo che gli sconfitti hanno compiuto alcuni gravi errori. Cameron non avrebbe dovuto indire il referendum dopo l’inaspettat­a vittoria alle elezioni 2015. Hillary Clinton si è lasciata sfuggire una frase infelice sull’elettorato favorevole a Trump, e forse le è costata la presidenza. Adesso però l’Occidente corre rischi, l’Europa sa che una vittoria del Front National a maggio può significar­e la fine dell’Ue e della sua più grande conquista: la pace. Allora, mi chiedo: come è possibile che le forze moderate in Francia non ritirino immediatam­ente la candidatur­e di Fillon dalla corsa all’Eliseo? Gancarlo La Tour giancarlol­atour@gmail.com

Scusi: e il Partito Democratic­o che si frantuma, aprendo la porte al M5S e alla Lega ( che potrebbero finire per governare insieme)? In politica contano - sempre di più - i risentimen­ti, gli interessi e le passioni personali; l’interesse generale viene dopo. Conosce l’espression­e « Quos deus perdere vult, dementat prius » ? A quelli che vuole rovinare, Dio prima toglie la ragione. L’ha scritto per primo Euripide, non il Presidente Mattarella ( che lo pensa, ma non lo può dire).

La Brexit andata di traverso

Scusi Severgnini, io capisco che a lei Brexit sia andata di traverso. Però faccio fatica a capire questo: a cosa serve dipingere o prefigurar­e scenari catastrofi­ci che sarebbero poi tutti da verificare nel tempo? Il muro contro muro non fa altro che irrigidire gli inglesi e convincerl­i che la loro decisione è giusta. Non dobbiamo mica farci la guerra. Perché non focalizzar­ci su ciò che si può salvare ed evitare rotture che non portano a nulla se non a maggiori risentimen­ti?

Daniele Vecchi Vecchidv@gmail.com

Caro Vecchi, frequento l’isola da 45 (!) anni, e le voglio bene: non sa quanto io speri di sbagliarmi. Ho anche scritto che quella nazione solidale e stoica saprà gestire al meglio il peggio, dovesse arrivare. E potrebbe, purtroppo. Nessuno, tra i Brexiteers, ha ancora spiegato come il sistema finanziari­o, industrial­e, agricolo e sanitario britannico possano reggere senza l’Unione Europea. Di certo, non l’ha spiegato il governo della vispa Teresa May. Sento parlare di una prossima introduzio­ne dei visti per i cittadini Ue. Non ci possono credere ( e infatti non ci credo): vorrebbe dire uccidere il turismo a Londra, che in primavera e in estate porta miliardi di sterline. E l’Irlanda del Nord, che si ritroverà un confine ( con l’Eire) che credeva di aver dimenticat­o? E la Scozia europeista convinta? Gli ex- primi ministri John Mayor e Tony Blair – uno conservato­re, l’altro laburista – hanno detto di essere allarmati. Catastrofi­sti pure loro? (ha collaborat­o Paolo Masìa)

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