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Temperatura corporea, frequenza cardiaca e tasso glicemico. Così lo smartwatch ci aiuta a capire il nostro stato di salute
UNO STIMOLO A CAMBIARE VITA, FARE MOVIMENTO E NUTRIRSI MEGLIO
Comodi, di tendenza, si chiamano smartwatch ma quella di segnare l’ora è forse l’ultima delle funzioni che ci interessa, ormai. Perché oltre a consentirci di leggere le mail, rispondere al telefono e funzionare in tutto e per tutto come uno smartphone da polso, questi nuovi gadget potrebbero presto diventare strumenti utili per la nostra salute: se dotati di specifici sensori sono infatti capaci di fare diagnosi tempestive di alcuni disturbi o malattie, a volte prima ancora che ne compaiano i sintomi. Lo ha sottolineato Michael Snyder, genetista dell’università di Stanford, in uno studio pubblicato su Plos Biology a cui lui stesso ha partecipato raccogliendo per due anni i dati di temperatura corporea, frequenza cardiaca e ossigenazione del sangue attraverso smartwatch con sensori. « Questi parametri, che vengono misurati in continuo dallo smartwatch, si modificano quando ci si sta per ammalare » , spiega Snyder. « Se stiamo per prendere un raffreddore o un’influenza, per esempio, temperatura e battito cardiaco sono diversi dal solito già prima di avere sintomi. Io stesso ho capito che qualcosa non andava in me quando ho notato un aumento della frequenza cardiaca e una riduzione dell’ossigenazio- ne; mi sono trascinato una febbriciattola per giorni e poi il medico ha confermato i miei sospetti, avevo contratto la malattia di Lyme. Il mio smartwatch segnalava da tempo un problema » . Magari non sarà un accessorio adatto agli ipocondriaci, che potrebbero avere la tentazione di controllare ogni minuto se i valori più disparati siano normali, ma potrebbe rivelarsi efficace come campanello d’allarme soprattutto in anziani o persone a rischio. « Abbiamo verificato, per esempio, che l’andamento della frequenza cardiaca tende a cambiare in chi ha una resistenza all’insulina ed è perciò a maggior rischio di sviluppare il diabete di tipo 2: monitoraggi della glicemia più frequenti e un cambio dello stile di vita potrebbero scongiurare il problema, riconoscendo in tempo il profilo di pericolo tramite i sensori » , osserva Snyder. Gli smartwatch come “sentinelle” di salute sono perciò un’opportunità; molte funzioni già presenti o di prossimo arrivo sui prodotti in commercio possono essere interessanti per tutti.
La funzione contapassi è semplice, si trova praticamente in tutti i modelli ed è molto utile per monitorare il proprio grado di attività fisica: si tratta di una specie di cartina tornasole per capire quanto si è realmente sedentari e porvi rimedio, cer- cando di camminare un po’ di più tutti i giorni.
Misurare le distanze percorse e le calorie bruciate è di grande aiuto, soprattutto perché facendolo lo smartphone si trasforma in una sorta di allenatore personale: alcuni prodotti sono veri e propri “motivatori” che spronano a migliorare allenamento e prestazioni.
Il battito cardiaco è sotto controllo con i sensori ottici al polso o, in caso di modelli più avanzati, con elettrodi precisi quasi come un elettrocardiogramma: an-
che questa funzione può servire in chiave fitness, per fare movimento in sicurezza mantenendosi alla giusta frequenza cardiaca.
Valutare quantità e qualità del sonno è possibile attraverso alcuni smartwatch: un’altra caratteristica vantaggiosa, perché aiuta a capire se per esempio durante la notte andiamo incontro a molti microrisvegli o abbiamo un sonno agitato o troppo breve.
Il futuro prossimo è negli elettrodi da piazzare sull’orologio intelligente: un gruppo di ricercatori dell’università del North Carolina ha realizzato un prototipo con sensori in grado di misurare il grado di idratazione corporea, per individuare il livello di disidratazione prima che diventi pericoloso in atleti, particolari categorie di lavoratori o negli anziani.
L’orologio intelligente può essere un comodo assistente personale per ricordare quando prendere i farmaci o prenotare visite di controllo: per questo non servono i sensori, ma un uso furbo delle funzioni di agenda che aiuta a stare in salute.
Se non sarà l’orologio a fare diagnosi precoci, forse sarà lo specchio: sensori per analizzare l’aria espirata, fotocamere e scanner 3D per valutare cute, tessuto adiposo, espressioni, battito cardiaco e segnali di stress sono già stati inseriti in un prototipo di specchio che tramite software valuta tutti i dati e indica lo stato di salute generale di chi vi si riflette.