Quegli undici criteri per diventare Michelangelo
Una fondazione network internazionale a salvaguardia delle eccellenze artigianali. I mestieri d’arte si raccontano a Milano
Un sottile filo carminio, annodato con maestria. La lettera emme, non una qualunque ma l’iniziale di Michelangelo e tratta dalla firma dell’artista mito, apposta su uno studio custodito al Louvre per il David. Nome altisonante che fa la differenza, scelta non casuale per costruirci attorno un progetto straordinario dedicato alle eccellenze dell’artigianalità. « Un genio in cui hanno sempre convissuto arte e artigianalità » . Lo sottolinea Franco Cologni, in controcanto a Johann Rupert ( da sinistra, assieme nel ritratto). Cologni oltre a presiedere l’omonima Fondazione dei Mestieri d’Arte con sede a Milano ( fondazionecologni. it) è co- fondatore con Rupert ( presidente di gruppo Richemont) di Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship ( michelangelofoundation. org), organismo privato internazionale, sede a Ginevra, per preservare, sostenere e promuovere i mestieri d’arte; assicurarne l’avvenire, rafforzando i legami con il design.
Doppia Firma. « Michelangelo simboleggia ciò che vogliamo fare con questo progetto, una rinascita culturale internazionale, eccellenze artigianali e arte, assieme, sostenute e valorizzate » , spiega Rupert. Traduzione concreta di ciò che afferma, la seconda edizione di Doppia Firma. Dialogo tra pensiero progettuale e alto artigianato, in occasione del prossimo Salone del Mobile a Milano, promossa dalle due fondazioni e da Living Corriere della Sera ( 4- 9 aprile; Galleria Arte Moderna): progetto in cui si incontrano innovazione ( il design) e tradizione ( i grandi mestieri d’arte). Nel progetto- piattaforma Michelangelo Foundation c’è l’anima di Rupert, impegnato nella salvaguardia delle eccellenze ma anche nel sociale, focalizzato nell’offrire nuove opportunità di occupazione. « Il lusso bling ( in slang, ciò che è appariscente ndr) ha lasciato il posto a ciò che è più discreto. Oggi è assurdo perdere patrimoni artigianali inestimabili senza i quali il lusso, inteso come esclusività non può esistere » , spiega Rupert. Tra gli uomini più ricchi al mondo ( Forbes ha valutato in 5 miliardi di euro il suo patrimonio), incontrarlo e confrontarsi con lui non è cosa da tutti i giorni. Classe 1950, nato in Sudafrica, oltre a essere uno tra gli uomini d’affari più influenti al mondo è tra coloro che operano ad alto livello nel mondo dell’economia defilati dai red carpet. Con il suo impegno guarda a un
« nuovo Rinascimento. Il mondo oggi ne ha bisogno. Salvaguardare le tradizioni storiche, rafforzare i legami tra artigiani eccellenti, designer e stilisti. Creare un network anche attraverso una piattaforma virtuale » . Non un’ipotesi, ma già un dato di fatto: sono più di una decina le organizzazioni europee anima del network. La nozione di eccellenza dei mestieri d’arte è molto ben illustrata in The value of craftsmaship, un volume a firma di Alberto Cavalli, direttore di Fondazione Cologni. Partendo da questo Michelangelo Foundation, ha individuato 11 criteri necessari per “poter originare” il Dna di concetto di eccellenza dei mestieri d’arte: imprescindibili così risultano essere autenticità, competenza e savoir- faire; creatività, educazione ( unita a trasmissione) e innovazione. Ancora: interpretazione, originalità e talento; infine tradizione e territorio. « Creare manufatti artigianali unici e genuini » , conclude Rupert. « Far crescere i giovani, un passaggio di testimone per creare le eccellenze di domani » .