Corriere della Sera - Sette

Siamo uomini o coccodrill­i?

- di Giuseppe Di Piazza

SEMBRA DI SENTIRLO il crepitio del guscio che si rompe, schiudendo­si. Gli occhi del coccodrill­o appena uscito dall’uovo 583 si affacciano in un mondo dove molti, con avidità, aspettano solo che questo magnifico rettile cresca, per trasformar­lo in borse e scarpe. È un mondo duro quello che lo attende fuori dalla Sriracha Crocodile Farm, provincia thailandes­e di Chonburi, dove 583 è venuto alla luce. Nella Farm la sua vita sarà protetta, ma poco più in là il peggio è in agguato. D’altronde, il pensiero diffuso sui grandi rettili è noto: se la natura li ha voluti così preistoric­i, così cattivi nei tratti, un motivo ci sarà pure. E le notizie che di tanto in tanto leggiamo non fanno altro che confermare i sospetti: « Uomo divorato da coccodrill­o nelle paludi »«. Donna ferita da alligatore »«. Addetto fatto a pezzi nello zoo mentre dava da mangiare a una colonia di grandi rettili » … Cronaca, nient’altro che cronaca. E noi? Beh, a ben pensare, le notizie sulla nostra specie non sono granché migliori: « Uccide moglie e figlia »«, Sgozza la fidanzata perché pensava che lo tradisse » , « Scioglie bambino nell’acido »«. Stupra e uccide una ragazza » . Siamo umani, una specie molto più pericolosa dei coccodrill­i. Uccidiamo anche quando non abbiamo fame.

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GIUSEPPE DI PIAZZA giornalist­a, scrittore, fotografo. Si occupa della “grande bellezza”.

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