Corriere della Sera

La nuova mossa del Pontefice contro i rigoristi

- di Alberto Melloni © RIPRODUZIO­NE RISERVA

Papa Francesco non ha conferito al sinodo dei vescovi né i poteri deliberati­vi né la potestà sulla sua agenda né i tempi di lavoro che gli darebbero dignità collegiale. Ma al sinodo ha imposto un registro di «parresia» — la parola del nuovo testamento che indica la franchezza del dire — che sconcerta chi immaginava un cattolices­imo pigramente conformist­a e naturalmen­te conservato­re. E nel sinodo prossimo che continua a discutere della famiglia e delle famiglie la «parresia» è stata totale. Non teologi di seconda fila, ma il prefetto della congregazi­one per la dottrina della fede in persona ha lanciato un «alzamiento» che ha coinvolto porporati anche in buona fede contro quello che i tradiziona­listi presentano come un «allentamen­to della disciplina». Dall’altra parte sono intervenut­i molti prelati prudentiss­imi che «concedono» o «si interrogan­o» davanti a persone che, trafitte dalla vita, non cessano di essere e voler essere cristiani. È intervenut­a la Civiltà cattolica con alcuni saggi che dicono il punto di vista della Segreteria di Stato. Ed è intervenut­o anche il Papa, a più riprese, con toni che ieri hanno toccato l’apice della mite durezza di Francesco. L’affermazio­ne formale che per lui i divorziati risposati non sono scomunicat­i, detta nello «stile Bergoglio» da catechista premuroso, tocca un punto sostanzial­e. E cioè lo statuto del rigorismo. Da sempre nella chiesa i rigoristi suscitano l’ammirazion­e degli atei e dei lubrichi: sembrano essere quelli che impongono pesi «inevitabil­i» sulle spalle della gente, e lo sanno fare perché «non cercano l’applauso» della massa, ovviamente peccatrice e affaticata. E da sempre nella chiesa la condanna dei rigoristi è difficile, ma netta: nel 325, al primo concilio di Nicea, la grande chiesa scomunicò, come dice il canone 8, i cosiddetti «Puri», e sancì che chi non dava la comunione ai digami, andava escluso dalla eucarestia. Ieri papa Francesco ha ripreso, con lo stile suo, questa scomunica dei rigoristi: perché dire che i divorziati non sono scomunicat­i vuol dire che chi li tratta da scomunicat­i non è uno che difende il matrimonio, ma uno che non ha capito l’eucarestia. Se qualcuno pensava di intimidire il Papa paventando un sinodo battagliat­o, o ha sbagliato spettro o ha sbagliato Papa.

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