Fincantieri prepara un maxiaumento
L’operazione allo studio potrebbe superare i 500 milioni di euro. Il ruolo di Cassa depositi
A poco più di un anno di distanza dalla quotazione a Piazza Affari, Fincantieri si starebbe preparando a battere di nuovo cassa. Secondo indiscrezioni il gruppo controllato dalla Cassa depositi e prestiti starebbe valutando il varo di un maxiaumento di capitale, che potrebbe superare i 500 milioni di euro. Tutta Fincantieri capitalizza oggi poco più di 1,1 miliardi di euro. L’amministratore delegato del gruppo cantieristico, Giuseppe Bono, potrebbe sottoporre la proposta di ricapitalizzazione al prossimo consiglio d’amministrazione che si riunirà il 10 novembre per approvare i conti dei primi nove mesi. Conti che dovrebbero chiudersi ancora in perdita, dopo il rosso di 27 milioni dei primi sei mesi dell’anno.
L’operazione deve ottenere il necessario via libera della Cassa depositi e prestiti, a cui fa capo il 70% del capitale di Fincantieri, che dovrà quindi sobbarcarsi gran parte dell’aumento. Il restante 30%, collocato a Piazza Affari a luglio dell’anno scorso, è finito invece quasi interamente ai risparmiatori che dovrebbero dunque mettere mano al portafogli dopo aver visto il titolo scendere di circa il 10% (al netto della bonus share distribuita lo scorso luglio). Va detto che dopo la quotazione, che già aveva incontrato qualche difficoltà, non ci sono stati grandi movimenti in Borsa: in media, negli ultimi tre mesi, gli scambi su Fincantieri sono stati inferiori al milione al giorno. Secondo indiscrezioni, tuttavia, Bono si sarebbe già mosso per blindare l’aumento di capitale sondando le banche per formare il consorzio di garanzia.
La nuova cassa potrebbe essere legata sia alla necessità di ottimizzare la struttura finanziaria del gruppo, per esempio riducendo una parte del debito, sia pera finanziare il circolante in previsione di un’aumento dell’operatività. E a fine giugno Fincantieri aveva annunciato il record storico di ordini in portafoglio, pari a circa 9 miliardi di euro. Ordini di navi da crociera in cui il gruppo guidato da Bono è leader. Di contro, sul fronte dell’offshore, il calo del petrolio sta creando qualche tensione sui conti dopo che nel recente passato Fincantieri aveva puntato molto su questo segmento, arrivando nel 2012 anche a rilevare tramite un’Opa da 900 milioni la StxOsv Holding (poi ridenominata Vard), il più grande costruttore di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale. Dunque la nuova finanza aiuterebbe anche ad allentare eventuali tensioni in bilancio.
Resta da capire se Claudio Costamagna e Fabio Gallia sono disponibili a far sborsare alla Cdp qualche centinaia di milioni di euro per mantenere la posizione in Fincantieri, ossia restare al 70%. Sarebbe la prima operazione per la Cassa depositi da quando i due banchieri hanno assunto la guida. Bono avrebbe già presentato il piano ai vertici della Cdp e le valutazioni, in particolare sull’importo dell’aumento, sarebbero in corso. I tempi sono piuttosto stretti.