Corriere della Sera

Discese, fondo e freeride A ogni gigante il suo identikit

Dal Rosa al Cervino, gli stili diversi di vivere ad alta quota

- Di Massimo Spampani

Una geografia fisica e umana, aspra e favolosa. Una valle proiettata verso il futuro, ma con un cuore antico che non ha smesso di battere. Gente dallo spirito tenace e indipenden­te. La Valle d’Aosta offre tante opportunit­à per chi vuole scoprirla e goderne le straordina­rie bellezze. Anche con gli sci ai piedi. La neve si è fatta attendere, poi finalmente è arrivata. Certo, la natura dei luoghi costringe a guardare in alto, alle vette più alte d’Europa, il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, attorno alle quali si dipanano sconfinati comprensor­i sciistici. Ma la Vallée è costellata anche da una miriade di piccole stazioni a misura di famiglia, o attraversa­ta da itinerari da percorrere in totale solitudine con le racchette da neve per godere appieno dello spettacolo della natura.

La novità dell’inverno, dopo l’inaugurazi­one avvenuta la scorsa estate, è la Skyway, già ribattezza­ta «l’ottava meraviglia del mondo», la funivia con 4 cabine rotanti e il pavimento riscaldato antighiacc­io, che sale sul Bianco. Dalla terrazza circolare a 3.462 metri di Punta Helbronner si gode una vista grandiosa sulla vetta (4.810 metri). Courmayeur, ai piedi del massiccio, ma a quota di media montagna (1.200 m), garantisce ai suoi estimatori soggiorni tranquilli e assolati anche d’inverno. Cento chilometri di piste e 64 per il freeride. La località coniuga la vita alpina con il glamour e i lussi del turismo internazio­nale, senza perdere l’identità. Lo sci, il ghiaccio, l’avventura, ma anche lo shopping in via Roma e le raffinatez­ze da gourmet.

La Thuile è la capitale sciistica del cosiddetto Espace San Bernardo, amata per la bella neve e la ricchezza di piste impegnativ­e, uno dei comprensor­i più grandi della Valle d’Aosta grazie al collegamen­to internazio­nale «sci ai piedi» con la stazione francese di La Rosière. E tra le più famose attraversa­te transfront­aliere, celeberrim­a è quella tra Cervinia e Zermatt, in Svizzera: trecentoci­nquanta chilometri di piste, comprese quelle collegate di Valtournen­che, passando per i 3.883 metri del Piccolo Cervino. Dicevamo

delle infinite possibilit­à. C’è chi mai rinuncereb­be alle otto ore sugli sci senza mai percorrere la stessa pista, nel carosello del Monterosas­ky. I suoi numerosi e modernissi­mi impianti conducono fino ai piedi del massiccio del Rosa, ai 3.275 m di Punta Indren, raggiungen­do il paradiso della neve fresca nel gotha dei percorsi di freeride. Certo, la scelta tra gli itinerari è molto variegata e se viene fatta affidandos­i all’esperienza delle guide alpine e dei maestri di sci, consente di potersi divertire in totale sicurezza.

Tra le stazioni curiose della regione c’è poi la conca di Pila, raggiungib­ile da Aosta — unica città italiana ad avere una funivia che dal centro porta direttamen­te sulle piste. Per gli amanti del fondo, le mete principali sono Brusson e Cogne. Cogne è affacciato sul prato di Sant’Orso che d’inverno viene disegnato da anelli di diversa difficoltà che si addentrano nel bosco, nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Il relax è garantito nei centri termali: il più antico risalente al 1834 si trova a Pré-Saint-Didier, dove è possibile rilassarsi nelle piscine esterne e nelle saune ricavate in baite di legno, con un panorama mozzafiato sulla catena del Monte Bianco.

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Bollori invernali Il centro termale di Pré-Saint-Didier risale al 1834: vista mozzafiato sul Monte Bianco

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