Corriere della Sera

Fiera millenaria e civiltà del legno Il caso Sant’Orso

- Di Stefano Paolo Giussani

Non chiedete a un valdostano che programmi abbia per il 30 e 31 gennaio. Che ci sia il sole o nevichi, ogni valligiano ha un appuntamen­to fisso in città. Quale città? Nella microgeogr­afia locale, Aosta è l’unica, bisogna essere lì per andare in fiera, anzi alla Fiera. Di Sant’Orso. La principale della valle, anche se il popolare santo, protettore contro le calamità naturali e molte malattie (celebrato il giorno dopo, 1 febbraio) non divenne mai patrono. Qui è un po’ come se la Fiera fosse nel dna della gente. Non per niente la chiamano la «millenaria». E hanno ragione, perché la Valle d’Aosta, di millenario non ha solo il patrimonio architetto­nico lasciato dai Romani, ma anche la Fiera, ora arrivata all’edizione 1.016. È quel momento dell’anno che da più di dieci secoli vede convergere nel capoluogo i

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