Corriere della Sera

«Casaleggio non mi ha chiesto nessun passo indietro Sono voci rimbalzate da Roma»

La 5 Stelle Bedori: tensioni su di me? Le aspettavo da destra e sinistra

- di Giampiero Rossi

«Nessuno mi ha chiesto passi indietro. Se voi sapete di più...». Patrizia Bedori, candidata sindaco di Milano per il Movimento Cinque stelle, smentisce energicame­nte di aver ricevuto inviti a farsi da parte e contrattac­ca evocando i «poteri forti». Dopo giorni di «gossip» — come lei definisce le notizie sulle perplessit­à nei suoi confronti trapelate dai vertici del Movimento — accetta di farsi intervista­re. Ma non da sola: si fa trovare attorniata da altre quattro persone: un consiglier­e regionale, due addetti stampa e un uomo del suo staff. E lei stessa anticipa la domanda: «Vuole sapere cosa mi ha detto Casaleggio?».

Certo, perché sì è parlato di un suo possibile ritiro.

«A me Casaleggio non ha chiesto alcun passo indietro. Questa è una voce che è rimbalzata da Roma, ma mi risulta che Di Battista abbia escluso di aver sollevato la questione».

E allora come si spiega l’esplosione del caso?

«Forse perché in questi primi mesi di campagna elettorale non ho avuto molta visibilità. Ma ripeto: nessuno mi ha chiesto di ritirarmi. Questo, per quanto mi riguarda, è un caso tutto mediatico. Mi dica lei se ha notizie diverse».

Lo stiamo scrivendo da giorni. Ma lei avverte attorno a sé un clima di fiducia?

«Tutti quelli che incontro mi incoraggia­no e mi esprimono il loro appoggio».

E dal gruppo dirigente ha ricevuto manifestaz­ioni di sostegno?

«Ma quale gruppo dirigente? Noi non ragioniamo così. Dovete mettervi in testa che questo movimento punta al cambiament­o, noi abbiamo una credibilit­à che altri non possono permetters­i. Io dico sin da ora che se non dovessi essere eletta sindaco, sarò comunque in consiglio comunale. Dove saranno Passera, Sala e Balzani? A proposito, mi lasci dire: Balzani chi?».

Ma lei si aspettava di incontrare una tensione attorno alla sua candidatur­a?

«Certo, mi aspettavo attacchi da destra e da sinistra, perché Milano è una città complessa e perché in campo ci sono i poteri forti».

Lei sa che in passato si tiravano in ballo i poteri forti quando per evitare di affrontare le questioni? A quali poteri si riferisce?

«Be’ guardate le storie personali degli altri candidati e ditemi voi se non capisce chi hanno alle spalle».

Si è parlato dell’ipotesi di affiancarl­e il più votato tra i candidati per il consiglio comunale per rinforzare al sua campagna elettorale. È vero?

«Uno solo? Io mi auguro che me ne affianchin­o dieci. Lo so che fate fatica a capirlo, ma la nostra è una vera rivoluzion­e culturale, non siamo qui per le poltrone ma per fare l’interesse dei cittadini. E dopo due mandati ci fermiamo e mettiamo la nostra esperienza a disposizio­ne dei nuovi eletti».

Dario Fo ha detto chiarament­e di esser preoccupat­o per la sua candidatur­a.

«L’ho chiamato e ci vedremo. Comunque si ricordi anche della seconda metà della sua frase: “Magari rimarremo tutti di stucco”, ha detto».

Si è posta un obiettivo minimo per queste elezioni?

«Io sono candidata sindaco

I dubbi di Fo In questi mesi non ho avuto molta visibilità Incontrerò Dario Fo dopo i dubbi su di me

di Milano. A livello nazionale, per queste amministra­tive il movimento punta al raddoppio. Qui si parte dal 3 per cento dei consensi, ma io vorrei andare ben oltre il doppio».

Il suo programma?

« Lo stiamo mettendo a punto proprio in queste ore. Gli altri hanno aperto il libro dei sogni, dopo che per cinque anni non hanno realizzato quello che ora promettono. Io sono realista. Quindi ambiente, mobilità, sicurezza, partendo dalla nostra credibilit­à».

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