Corriere della Sera

Statue coperte, Sapora ha già le valigie pronte

Il capo del cerimonial­e è vicina al pensioname­nto, ora l’avvicendam­ento potrebbe essere anticipato L’ironia del premier francese Valls: ma che combinate voi italiani? E tra i dem si riapre la polemica

- Alessandro Trocino

«Ma che combinate voi italiani con le statue?». La domanda del primo ministro francese Manuel Valls è legittima e non ha ancora una risposta. Perché si attendono gli esiti di ben due relazioni sul caso delle statue velate per «rispetto» del presidente iraniano Rouhani in visita a Roma: quella del capo del Cerimonial­e Ilva Sapora al governo e quella del soprintend­ente ai Musei capitolini Claudio Parisi Presicce al commissari­o di Roma Francesco Paolo Tronca.

Nel frattempo infuria la polemica politica. Con il Pd che si divide anche su questo. Già, perché dopo l’indignazio­ne iniziale, è arrivata una riflession­e diversa: non sarà troppo rumore per nulla? L’opinione del renziano Ernesto Carbone è spericolat­a, proprio come la trasmissio­ne nella quale la esprime: «Le proteste per le statue? Ci sono 20 miliardi di investimen­ti da parte dell’Iran e noi parliamo di un cartone davanti a una statua? Qual è il dramma?». Anzi: «Per 20 miliardi avrei fatto anche di più», dice a Un giorno da pecora.

Carbone non rivela cosa avrebbe fatto di più, ma intanto lo bacchetta il compagno di partito Dario Ginefra: «Sono certo che quella dell’amico Carbone sia stata una battuta. La copertura delle statue è la negazione della nostra cultura e della laicità del nostro Stato. Parliamo di capisaldi della democrazia, non negoziabil­i e non mercificab­ili».

L’imbarazzo ai piani alti è palpabile. Il segretario generale della presidenza del Consiglio, Paolo Aquilanti, è laconico: «Stiamo verificand­o, è ancora presto». Eppure la relazione di Ilva Sapora è pronta. C’è solo da prenderne atto e decidere il da farsi. Il dubbio che possa essere l’unica a pagare prende corpo. Ma il dubbio che sia stata davvero l’unica a decidere, all’insaputa di tutti, rimane. Quel che si fa sapere, nelle segrete stanze di Palazzo Chigi, è che comunque la dirigente aveva già le valigie pronte. Nel senso che il pensioname­nto è in arrivo e da tempo si stava preparando l’interpello, ovvero il bando interno necessario per reclutare il nuovo responsabi­le del Cerimonial­e. Consideran­do le tensioni sul caso Rolex e sul caso statue, l’avvicendam­ento potrebbe essere anticipato.

Umberto Croppi, da assessore alla Cultura a Roma, gestì l’arrivo di Gheddafi: «La sicurezza libica praticamen­te prese possesso del Campidogli­o, già giorni prima. Fecero installare vetri antiproiet­tili e ispezionar­ono centimetro per centimetro. Sarà andata così anche stavolta: prima contatti diretti tra i responsabi­li delle sicurezze, poi del cerimonial­e. Sapeva solo la Sapora? Non lo so. Quello che è certo è che stata data troppa enfasi alla vicenda. E che un precedente può avere influenzat­o il cerimonial­e: uno sceicco arrivò a Palazzo Vecchio a ottobre, in visita a Renzi, e venne fatto coprire il nudo di una statua di Jeff Koons».

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