Statue coperte, Sapora ha già le valigie pronte
Il capo del cerimoniale è vicina al pensionamento, ora l’avvicendamento potrebbe essere anticipato L’ironia del premier francese Valls: ma che combinate voi italiani? E tra i dem si riapre la polemica
«Ma che combinate voi italiani con le statue?». La domanda del primo ministro francese Manuel Valls è legittima e non ha ancora una risposta. Perché si attendono gli esiti di ben due relazioni sul caso delle statue velate per «rispetto» del presidente iraniano Rouhani in visita a Roma: quella del capo del Cerimoniale Ilva Sapora al governo e quella del soprintendente ai Musei capitolini Claudio Parisi Presicce al commissario di Roma Francesco Paolo Tronca.
Nel frattempo infuria la polemica politica. Con il Pd che si divide anche su questo. Già, perché dopo l’indignazione iniziale, è arrivata una riflessione diversa: non sarà troppo rumore per nulla? L’opinione del renziano Ernesto Carbone è spericolata, proprio come la trasmissione nella quale la esprime: «Le proteste per le statue? Ci sono 20 miliardi di investimenti da parte dell’Iran e noi parliamo di un cartone davanti a una statua? Qual è il dramma?». Anzi: «Per 20 miliardi avrei fatto anche di più», dice a Un giorno da pecora.
Carbone non rivela cosa avrebbe fatto di più, ma intanto lo bacchetta il compagno di partito Dario Ginefra: «Sono certo che quella dell’amico Carbone sia stata una battuta. La copertura delle statue è la negazione della nostra cultura e della laicità del nostro Stato. Parliamo di capisaldi della democrazia, non negoziabili e non mercificabili».
L’imbarazzo ai piani alti è palpabile. Il segretario generale della presidenza del Consiglio, Paolo Aquilanti, è laconico: «Stiamo verificando, è ancora presto». Eppure la relazione di Ilva Sapora è pronta. C’è solo da prenderne atto e decidere il da farsi. Il dubbio che possa essere l’unica a pagare prende corpo. Ma il dubbio che sia stata davvero l’unica a decidere, all’insaputa di tutti, rimane. Quel che si fa sapere, nelle segrete stanze di Palazzo Chigi, è che comunque la dirigente aveva già le valigie pronte. Nel senso che il pensionamento è in arrivo e da tempo si stava preparando l’interpello, ovvero il bando interno necessario per reclutare il nuovo responsabile del Cerimoniale. Considerando le tensioni sul caso Rolex e sul caso statue, l’avvicendamento potrebbe essere anticipato.
Umberto Croppi, da assessore alla Cultura a Roma, gestì l’arrivo di Gheddafi: «La sicurezza libica praticamente prese possesso del Campidoglio, già giorni prima. Fecero installare vetri antiproiettili e ispezionarono centimetro per centimetro. Sarà andata così anche stavolta: prima contatti diretti tra i responsabili delle sicurezze, poi del cerimoniale. Sapeva solo la Sapora? Non lo so. Quello che è certo è che stata data troppa enfasi alla vicenda. E che un precedente può avere influenzato il cerimoniale: uno sceicco arrivò a Palazzo Vecchio a ottobre, in visita a Renzi, e venne fatto coprire il nudo di una statua di Jeff Koons».