Corriere della Sera

Quel whisky rotondo e perfetto che suscita un po’ di gelosia

- Di Marco Cremonesi

l problema, con questa bottiglia, è trovare una ragione per uscire di casa. Uno stimolo competitiv­o. Non sarà facile. Perché il «Johnny Walker Blue Label» vi fa venir voglia di una serata sul divano con lui e un libro. L’etichetta blu è anche una delle poche bottiglie per cui provo un senso di gelosia carnale. Il fatto è che se non uscite perché volete stare con lui, saranno gli amici a venire da voi. Le mie bibite sono per gli amici, certo. Però ammettiamo­lo: quando vedo qualcuno che afferra la bottiglia azzurra con piglio eccessivo mi scopro piccino, a sorvegliar­e. Il «Blue label» è buonissimo, e anche la bottiglia è bella da suscitare feticismo. La parola chiave è equilibrio. Ma come, non siamo gente a cui piace il selvaggio rock’n’roll? Sì, vabbè, ma assaggiate questo... C’è una crema potente, di tabacco e legno, ma una scorza d’arancio che la compensa. C’è quella nota di cera alla «Clynelish», ma serve a bilanciare quell’esile fil di fumo e a farvi bere uno dei whisky più rotondi che ci siano. Saporini sgradevoli che affiorano? Zero. È tutto buono. Ci si lamenta del prezzo, si superano i 200 euro. Ma questo è un top di gamma vero, con barili di minimo vent’anni. Questo è un whisky da regalare. Non agli altri, a noi stessi.

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