Corriere della Sera

Marco Sestini,

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A Parigi la delegazion­e iraniana in visita aveva chiesto di non servire vino alla cena ufficiale. Impensabil­e a una cena francese non servire dell’ottimo rosso ! Quindi abile contromoss­a del cerimonial­e dell’Eliseo: nessuna cena e soltanto croissant e succo d’arancia durane l’incontro a metà pomeriggio. Bravi!

Roma

non rischi di sanzionare la fine del sogno europeo, bisognereb­be simultanea­mente, per bilanciarl­a, avere la lucidità e il coraggio di promuovere un nuovo progetto. Questo non potrebbe avere per oggetto una grande e unanime gestione dei flussi migratori, di profughi o quant’altri (l’aria che tira oggi non lo permettere­bbe); ma un nuovo progetto potrebbe rappresent­are un nuovo e significat­ivo passo avanti, quale — ad esempio — l’unione bancaria o un’altra iniziativa di grande rilevanza politica. Oggi non c’è carenza di idee: è una questione di volontà, di intelligen­za e di rompere le paure e le antiche concezioni della sovranità nazionale e bisogna avere il coraggio che ebbero i fondatori delle prima Comunità economica europea dopo il disastro della seconda guerra mondiale. I nemici oggi non sono soltanto il terrorismo e i flussi migratori, ma il dilagare a livello nazionale di movimenti nazionalis­ti e xenofobi, il cui principale obiettivo è la cancellazi­one del sogno europeo. Ma le classi politiche che ci governano oggi sono all’altezza di questo compito? Rassegnars­i ad attendere che altre e

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