Corriere della Sera

Il sacerdote: conosco Nunzia da tempo, non è neanche cresimata, requisito fondamenta­le

- Alessandra Arachi

sul quotidiano di Napoli Il Mattino. E spiega: «La verità è che io e Francesco non ci siamo sposati in Chiesa perché non volevamo finire in pasto a telecamere e fotografi e ci siamo sposati civilmente di nascosto».

La deputata azzurra descrive al Santo Padre il suo «smarriment­o» per una Chiesa che si comporta in un posto in un modo e in un altro in un altro: «In Puglia Francesco ha fatto il padrino. Esiste un rito pugliese?».

Don Marco Capaldo sorride: «Veramente l’onorevole De Girolamo lo sa: esiste il diritto canonico. Che è chiarissim­o». Il sacerdote che a Benevento guida la parrocchia di Santa Maria della Verità non ha dubbi: «Nunzia, che conosco da ragazzina, non è nemmeno cresimata. E questo è uno dei primi requisiti del diritto canonico per poter fare da padrino o madrina, insieme al fatto di avere almeno sedici anni e di non essere conviventi o sposati soltanto civilmente».

Ma l’onorevole De Girolamo non ci sta: «Santo Padre oso chiederle: cosa sono i sacramenti?

Le parole È vero io e Boccia non siamo sposati in chiesa Scelta fatta per dirci sì lontano dai fotografi e dalle telecamere

La replica

Sono disorienta­ta». Ed è talmente disorienta­ta Nunzia De Girolamo da «non vedere la luce nemmeno nell’analizzare la legge sui diritti civili, che è un dovere assoluto disciplina­re».

È convinta la deputata azzurra: «La legge sulle unioni civili va fatta. Soltanto bisogna mettere d’accordo la questione dell’adozione, quella che nasconde l’orribile pratica dell’utero in affitto e che va trattata insieme alle problemati­che delle coppie eterosessu­ali, visto che sono tante le coppie eterosessu­ali che usano la maternità surrogata».

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