Per Sarkozy e tutta la famiglia una vacanza da re in Marocco
Una foto postata dal figlio Louis svela le ferie a spese di Mohammed VI
PARIGI «Ancora oggi mi domando come ho fatto a commettere una gaffe simile » , scrive Nicolas Sarkozy nel suo libro appena uscito «La France pour la vie». L’ex presidente parla della vacanza passata sullo yacht di Vincent Bolloré subito dopo la conquista dell’Eliseo, nel 2007. Assieme alla famigerata cena del Fouquet’s la sera della vittoria, quel favore accettato da un miliardario fu il peccato originale del suo mandato, l’errore fondante dell’immagine «bling bling»: Sarkozy, il presidente amico dei ricchi, l’uomo che ama il lusso ostentato. Per i francesi, il colmo della volgarità.
Sarkozy ha chiesto perdono, il suo libro è un mea culpa e la promessa di essere un presidente migliore, nel 2017. Solo che durante le ultime vacanze di Natale, a libro ormai in stampa, ci risiamo. L’invito stavolta arriva dal re del Marocco, Mohammed VI. E il leader dei Républicains e capo dell’opposizione, a dispetto della contrizione sfoggiata in quelle pagine a cuore aperto, accetta.
Secondo il Canard Enchaîné, Sarkozy e la moglie Carla con i figli Giulia (4 anni) e Louis (18) con fidanzata hanno trascorso le vacanze a Marrakech nella residenza di proprietà
del re, che avrebbe pure mandato un jet con le insegne della monarchia a prenderli all’aeroporto parigino del Bourget.
Il settimanale satirico ha trovato una conferma alla notizia nelle foto postate su Instagram, il 24 dicembre, da Louis Sarkozy, il più piccolo
dei tre figli avuti dalla seconda moglie Cécilia Attias. Due scatti che mostrano il sontuoso palazzo reale, e la piscina.
La notizia delle vacanze in Marocco potrebbe infastidire il lancio del libro, che finora stava andando piuttosto bene. Sarkozy dedica il volume in librerie affollate, è molto richiesto
da radio e tv, e risponde con piglio alle obiezioni dei recensori: «Anche Racine è stato turbato dalle critiche quando ha pubblicato Fedra (nel 1677, ndr). Le critiche sono dimenticate. Racine no», ha detto qualche giorno fa. Forse il primo segnale che il nuovo Sarkozy più umile e modesto raccontato dal libro deve ancora arrivare.
Il momento è cruciale per l’uomo che ammette di «non avere fatto passare il mio status presidenziale davanti a ogni cosa». Il suo rivale di partito Alain Juppé è in testa ai sondaggi grazie allo stile di uomo maturo ( 70 anni), esperto, affidabile, serio. I problemi di Juppé sono semmai l’essere stato vent’anni fa un premier troppo riformatore e testardo, contro il quale i francesi scesero in piazza. Ma non ha mai commesso errori di gusto e di opportunità, e l’età sembra averlo addolcito.
A novembre ci saranno le primarie della destra per le presidenziali del 2017, e Juppé parte favorito. Sarkozy deve dimostrare di avere imparato dagli errori, ed è questo tutto il senso della sua operazione editoriale. In «La France pour la vie» si leggono frasi addolorate sul suo avere «ceduto alla collera» quando rispose «spostati, poveraccio» a un cittadino che si era rifiutato di stringergli la mano, e ancora sulla vacanza dello yacht: «ho pensato, a torto, che cinque giorni sulla barca di un vecchio e fedele amico sarebbero stati utili al salvataggio della mia famiglia (cinque mesi dopo divorziò da Cécilia, ndr) ».
Accettando l’invito a Natale di Mohammed VI, Sarkozy ci è ricascato: vacanza lussuosa, e debito di riconoscenza da pagare prima o poi. Potrebbe forse opporsi al moralismo e rivendicare il diritto di fare le vacanze con chi gli pare, ma ormai è tardi: ha già scritto un libro per chiedere scusa.
@Stef_Montefiori