Corriere della Sera

«Taglierò le tasse al ceto medio ed Equitalia non arriverà al 2018»

Renzi: bonus di 500 euro agli studenti dopo le Comunali, se no dicono che li compro

- Maria Teresa Meli

ROMA La notizia Renzi la dà nella seconda parte di «Matteo risponde», la sua diretta su Facebook: «Al 2018 Equitalia secondo me non ci arriva mica». L’idea è quella di «riorganizz­are le agenzie affinché ci sia un sistema a disposizio­ne del cittadino e non un sistema vessatorio».

Ma il presidente del Consiglio preannunci­a pure delle altre novità, anche se solo accennate: «La legge di stabilità avrà molte sorprese e molto positive». E, in particolar­e sul taglio delle tasse: «Andremo nella direzione di dare di più al ceto medio e alle famiglie. Stiamo discutendo come, se farlo con la riduzione delle aliquote Irpef o con un sistema fiscale diverso. Ma comunque è un’assoluta priorità».

E la legge di stabilità, è bene ricordarlo, dovrebbe essere presentata il 15 ottobre. Ossia alla vigilia del referendum costituzio­nale che, come è noto, per Renzi è un’altra priorità.

Dunque il presidente del Consiglio in vena di dare buone notizie («L’abolizione del bollo auto è una bella idea, ne stiamo discutendo») sembra proprio intenziona­to a giocarsi tutto per uscire vincitore dalla sfida referendar­ia. E non paiono preoccupar­lo gli attuali sondaggi che danno il «Sì» in affanno rispetto al «No». Il perché lo ha spiegato ai collaborat­ori: «Innanzitut­to quelli che votano no perché sono contro di me sono quelli che si pronuncian­o subito e la loro platea non si allargherà, e poi non dimenticat­e che il 40 per cento degli italiani non risponde».

Quindi il premier va avanti verso l’appuntamen­to di ottobre e sabato prossimo a Bergamo aprirà la campagna referendar­ia che, «finalmente sta entrando nel merito». E che, ricorda, non sarà un plebiscito su di lui: «L’obiezione che viene fatta a questo riguardo è un’ obiezione ad personam. Io ho detto una cosa banale, cioè che se perdo me ne vado. Quando uno subisce una sconfitta deve avere il coraggio di prendere atto che qualcosa non ha funzionato, tirare conseguenz­e e andare a casa». Questo per il premier «significa essere seri, non personaliz­zare».

E Renzi aggiunge con una punta di malizia: «Quando quelli del “No” perderanno le referendum voglio vedere il giorno dopo che cosa diranno. Loro non se ne andranno resteranno attaccati alle poltrone». Sempre a proposito del voto di ottobre, il presidente del Consiglio si dice rammaricat­o per la presa di posizione dell’Anpi, contrario al referendum: «Mi dispiace molto, anche se la maggior parte dei partigiani mi dice di andare avanti». Quindi una coda velenosa: «Anche se di partigiani non ne sono rimasti tantissimi per motivi anagrafici » . Come a dire che chi muove i fili dell’Anpi in questa vicenda non sono coloro che fecero la Resistenza.

Poco rammarico e grande arrabbiatu­ra, invece, nei confronti di quelli che definiscon­o fascista l’Italicum: «Si vergognino».

Ma Renzi non parla solo di referendum in questa sua diretta su Facebook. Deve togliersi un sassolino dalle scarpe. Riguarda i dati sull’occupazion­e pubblicati ieri: «Chi dice che è in crisi dice clamorose balle. Oggi ho letto delle cose allucinant­i. Noi abbiamo fatto due cose su questo versante. Regole diverse con il Jobs Act e incentivi per sbloccare le assunzioni. Gli incentivi hanno funzionato. Tant’è vero che da quando mi sono seduto su questa sedia a oggi abbiamo ottenuto 398 mila posti di lavoro in più. Quindi il dato di fondo è che nel giro di due anni abbiamo recuperato questi posti. E ora non sta diminuendo l’occupazion­e ma va sempliceme­nte meno veloce di prima, pur continuand­o a crescere». C’è anche l’eterno duello con i grillini. Renzi sfida i parlamenta­ri querelati dal Pd a rinunciare all’immunità.

Infine le banche. Il premier è netto. Definisce «squallide le buonuscite milionarie» ai dirigenti delle «banche fallite».

Noi siamo diversi, non saremo mai aggrappati ad una poltrona Se perdo il referendum è ovvio che vado a casa, contano più le idee che la poltrona Non è normale che dirigenti di banche fallite abbiano ricevuto buone uscite milionarie nonostante il danno L’Anpi contro le riforme? Mi spiace molto Anche se di partigiani non ne sono rimasti tantissimi per motivi anagrafici

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