Nencini: sbrighiamoci a raccogliere le firme Si possono fare 5 quesiti
Riccardo Nencini , viceministro delle Infrastrutture, adesso si sta parlando di «spacchettare» il referendum costituzionale... «Già, noi socialisti, insieme con i radicali, siamo stati i primi a dirlo. La Costituzione parla chiaro sui referendum». Ovvero?
«Il quesito referendario deve essere perfetto per essere inequivocabile. E in questo referendum noi dobbiamo rispondere a tante domande: dall’abolizione del Cnel, al Senato, alla ripartizione dei poteri. Un quesito unico crea confusione». Quanti ce ne vorrebbero secondo lei?
«Almeno cinque quesiti. Poi ci pensino i costituzionalisti e i giuristi a fissare i giusti principi costituzionali. Ma sbrighiamoci a farlo. A riscriverli. Il termine per poterlo fare scade il 14 luglio». Secondo lei si fa ancora in tempo?
«Certo non a raccogliere 500 mila firme, in quattro giorni. Però per chiedere lo spacchettamento bastano anche un quinto dei senatori e un quinto dei deputati, ovvero meno di duecento parlamentari». Si darà da fare per questo?
«Sin da subito, certo. Ne ho già parlato con il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova». Per raccogliere le firme tra i parlamentari?
«Certo la cosa più importante è parlare subito con il Pd: l’iniziativa deve partire dalla maggioranza di governo».