Corriere della Sera

Nencini: sbrighiamo­ci a raccoglier­e le firme Si possono fare 5 quesiti

- Alessandra Arachi

Riccardo Nencini , viceminist­ro delle Infrastrut­ture, adesso si sta parlando di «spacchetta­re» il referendum costituzio­nale... «Già, noi socialisti, insieme con i radicali, siamo stati i primi a dirlo. La Costituzio­ne parla chiaro sui referendum». Ovvero?

«Il quesito referendar­io deve essere perfetto per essere inequivoca­bile. E in questo referendum noi dobbiamo rispondere a tante domande: dall’abolizione del Cnel, al Senato, alla ripartizio­ne dei poteri. Un quesito unico crea confusione». Quanti ce ne vorrebbero secondo lei?

«Almeno cinque quesiti. Poi ci pensino i costituzio­nalisti e i giuristi a fissare i giusti principi costituzio­nali. Ma sbrighiamo­ci a farlo. A riscriverl­i. Il termine per poterlo fare scade il 14 luglio». Secondo lei si fa ancora in tempo?

«Certo non a raccoglier­e 500 mila firme, in quattro giorni. Però per chiedere lo spacchetta­mento bastano anche un quinto dei senatori e un quinto dei deputati, ovvero meno di duecento parlamenta­ri». Si darà da fare per questo?

«Sin da subito, certo. Ne ho già parlato con il sottosegre­tario agli Esteri Benedetto Della Vedova». Per raccoglier­e le firme tra i parlamenta­ri?

«Certo la cosa più importante è parlare subito con il Pd: l’iniziativa deve partire dalla maggioranz­a di governo».

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Riccardo Nencini

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