L’Uzbekistan rompe il silenzio: morto l’autocrate Karimov
La conferma dopo una settimana. Quale ruolo ora per le figlie? Stabilità a rischio
Dopo una settimana di voci e di smentite, ieri sera il governo uzbeko ha confermato ufficialmente la morte del presidente Islam Karimov che era stato colpito da una emorragia cerebrale lunedì scorso. Nel comunicato ufficiale si afferma che sarà il primo ministro Mirziyoyev a prendersi cura delle onoranze funebri dell’anziano leader.
E questo, basandosi sulla vecchia tradizione sovietica, potrebbe essere un importante segnale: in genere erano i prescelti alla successione a organizzare i funerali dei segretari generali dell’Urss.
Il problema di chi prenderà in mano questa Repubblica dell’Asia centrale è quello che maggiormente sta a cuore tanto a Washington che a Mosca. L’Uzbekistan è un importante nodo strategico per le operazioni della coalizione in Afghanistan. Anche per questo negli anni le critiche al vecchio Karimov sono state assai contenute.
Lui prese il potere già negli ultimi anni dell’Urss, quale segretario del partito comunista dell’Uzbekistan. Con l’indipendenza del 1991, divenne automaticamente il primo presidente del nuovo Stato indipendente. Poi è stato regolarmente rieletto.
Ha sempre usato il pugno di ferro sia contro oppositori che volevano sovvertire la Repubblica che contro coloro i quali chiedevano semplicemente un maggiore rispetto dei diritti umani. Secondo i suoi avversari,
Le due figlie Gulnara fu messa agli arresti domiciliari. La minore, Lola, potrebbe ora succedere al padre
ha governato con la repressione, le torture, le esecuzioni. Ma ha tenuto l’Uzbekistan assieme. Contro una minoranza che abbraccia l’estremismo islamico e che ha legami strettissimi con il terrorismo internazionale. Ma anche contro gli oppositori moderati.
E la sua scusa è sempre stata la stessa: io sono il baluardo contro l’espansione dei terroristi in questo angolo di Asia.
Naturalmente sotto il suo governo sono emerse élite affaristiche che hanno fatto il bello e il cattivo tempo a Tashkent. Anche la figlia maggiore di Karimov, Gulnara, negli anni scorsi impazzava, sia sulla scena economica che su quella mondana.
Poi nel 2014 il padre la fece mettere agli arresti domiciliari dopo diversi episodi di corruzione. Da allora non si è più saputo nulla di lei e anche la figlia minore Lola dice di non vedere Gulnara da moltissimo tempo.
Ora Lola, che ha parlato durante i giorni della malattia del padre, viene vista da molti come possibile pretendente al potere.
I più accreditati successori sono però il primo ministro, il suo vice Azimov che in passato è stato ministro delle Finanze, molto vicino al defunto leader, e il capo dei servizi segreti Inoyatov.
In questi anni, nonostante
Repressione interna In questi anni gli occidentali hanno chiuso un occhio: stabilità innanzitutto
un breve periodo di sanzioni occidentali per il mancato rispetto dei diritti umani, sia Washington che Mosca hanno badato più al sodo: stabilità innanzitutto.
E anche oggi questa sembra essere l’unica vera preoccupazione delle cancellerie che si preparano a seguire con trepidazione gli eventi.