Corriere della Sera

GIANNELLI

Infuocata riunione dem sulla legge Richetti. E i 5 Stelle: è roba nostra Oggi il sì della Camera. L’arringa di Adornato: noi non come gli altri

- Falci, Iossa, Marro, Meli, Piccolillo, Trocino

Lo stop ai vitalizi divide il Pd. Durante la riunione dem sono emerse spaccature e perplessit­à. Grillo rivendica: quella sui vitalizi è un’idea nostra. Oggi la Camera approverà il testo. Pisapia e la sinistra: «Non faccio la statuina di D’Alema».

Oggi la Camera approverà il testo Richetti, che ridiscipli­na i vitalizi degli ex parlamenta­ri con il sistema contributi­vo. Con una larga maggioranz­a, che include Pd, M5S (che rivendica: battaglia nostra), Lega Nord, Fratelli d’Italia, l’aula di Montecitor­io ieri ha respinto le pregiudizi­ali di costituzio­nalità e votato i primi tre articolo del testo.

Eppure la giornata è stata lunghissim­a. In Transatlan­tico fin dalle prime ore del mattino seconde e terze linee del Pd mugugnano convinte che «sia un errore inseguire i grillini e cavalcare il populismo».

Lo stato di tensione massimo si raggiunge attorno all’ora pranzo durante la riunione gruppo parlamenta­re democrat.Nell’ au la intitolata ad Enrisull’ abolizione co Berlinguer il Pd si divide nonostante il capogruppo Ettore Rosato cerchi in tutti i modi di tenere il punto e di convincere i deputati che la strada giusta sia votare a favore del provvedime­nto. La narrazione secondo cui «il testo Richetti è una delle nostre battaglie» viene respinta. Marina Sereni, vice presidente della Camera e vicina all’area dell’ex sindaco di Torino Piero Fassino, non interviene ma controbatt­e dalla sua postazione rivendican­do «il lavoro

Tutti i contrari dem Da Cesare Damiano a Sandra Zampa tutti i contrari del fronte dem

svolto nella precedente legislatur­a perché nel 2011 noi del Pd abbiamo abolito i vitalizi». Si susseguono interventi che vanno in questa direzione. Lo scontro si accende. Da Cesare Damiano a Sandra Zampa, passando ad Anna Giacobbe e Michele Bordo. Damiano, presidente della commission­e Lavoro, afferma: «Quello che ritengo totalmente sbagliato è che per raggiunger­e l’obiettivo si adotti il ricalcolo di tutti i contributi, anche procedendo retroattiv­amente.

Le ironie L’azzurro Baldelli: così inseguiamo i grillini, perché non istituire il reato di vitalizio?

Si tratta di un precedente pericolosi­ssimo che potrebbe, un domani, vedere la sua applicazio­ne ai lavoratori e alle pensioni in essere». Zampa uscendo dalla riunione rincara la dose: «Non bisogna inseguire i grillini. Bisogna proporre al paese un progetto alternativ­o al M5S». La prodiana oggi non parteciper­à al voto perché, sorride, «devo ritirare un premio». Così al netto della stretta cerchia renziana il malumore investe tutto il gruppo parlamenta­re.

Dopo tre ore di vertice lo scontro si sposta in aula. Alle 15 e 30 il fischio di inizio. Si alza Antonio Marotta, parlamenta­re di Alternativ­a popolare. Un brusio accompagna il suo intervento: «Finalmente conosciamo la sua voce». Marotta si infervora dei privilegi: «Si viola il principio di irretroatt­ività». Gli fanno eco arringhe dello stesso tenore. L’azzurro Simone Baldelli ironizza: «Perché non istituiamo il reato di vitalizio? Questa è l’ultima tappa del gioco al rialzo in cui Matteo Renzi insegue Beppe Grillo». Ma l’intervento più accesso, che ha scatenato le ire dei grillini, è quello di Ferdinando Adornato(Ap). Il centrista si lascia andare: «I parlamenta­ri non possono essere uguali agli altri cittadini. Sapete perché c’era il vitalizio? Per garantire al parlamenta­re la libertà dal lavoro». Intanto fuori dall’aula in tanti sospettano che dopo l’approvazio­ne a Montecitor­io l’iter della legge si fermerà.

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