Picchiano il prof che sgrida il figlio: rotta una costola
Una frattura alle costole, una ferita al naso e la faccia del professore che aveva ripreso con un pesante rimprovero un alunno s’è trasformata in una maschera di sangue. Fra le grida di bimbi terrorizzati, bidelli che chiamavano i carabinieri e un altro docente accorso a difesa del collega, contro gli aggressori, i genitori del ragazzo, risentito perché sgridato durante l’ora di educazione fisica. Sgridato perché troppo esuberante. Pronto a reagire con una parolaccia che avrebbe fatto perdere le staffe all’insegnante. Tanto da prendere un libro a portata di mano e lanciarglielo addosso. Teatro di quest’altra impennata d’arroganza, diventata un caso giudiziario con genitori già denunciati per lesioni personali e interruzione di pubblico servizio, è una scuola media di Avola, il paese delle mandorle a due passi da Noto e Siracusa, la patria della civiltà e delle tragedie greche. I carabinieri del comandante provinciale di Siracusa, colonnello Luigi Grasso, parlano di «un robusto rimbrotto», stando alla ricostruzione di quel rimprovero del professore Salvo S. «Non una sberla, non un cenno di reazione fisica», assicurano i professori e la preside. Ma ci sarebbe anche il lancio di quel libro come risposta all’insolenza del ragazzo, epilogo del batti e ribatti fra alunno e docente, 50 anni l’insegnante, 12 il ragazzo, pronto con il cellulare a raccontare quasi in diretta la disputa al padre, A.G., 47 anni. Piombato a scuola mezz’ora dopo con la moglie, L.S. di 33 anni. Preside e colleghi parlano di «una violenza immotivata». Materia della Procura di Siracusa dove arriva anche il referto di dieci giorni di prognosi per l’insegnante ieri sera a casa, dopo la lezione più tormentata della sua vita.