Corriere della Sera

Le donne, gli uomini, i «no». Una zona grigia c’è, basta essere pari

- Cristiana Mainardi (produttric­e e sceneggiat­rice)

Caro Direttore, può una ragazza delegare a un naso storto — importante, come si dice — il compito di dire al mondo che vuole essere considerat­a intelligen­te prima che bella? Che vuole essere considerat­a intera e non per come appare al primo colpo d’occhio? E può una ragazza percepire il mondo esterno in modo così pericoloso da aver bisogno di un brutto naso per difendersi? O invece è un’arma contro le sue stesse insicurezz­e, la scarsa fiducia nei suoi stessi mezzi? Che poi… Non è che non conosca quello che può affascinar­e un uomo e si astenga dal gioco. Insomma: come a tutte le donne (e agli uomini) anche a lei piace piacere, forse anche più di quanto piaccia alle altre che non devono vedersela con quel difetto così ostinatame­nte mantenuto. Stupidamen­te mantenuto, a dispetto della sua autopresun­ta intelligen­za! Che di donne belle e intelligen­ti, poi, è pieno il mondo. Ma tant’è, e molte volte la ragazza — ormai donna adulta — si è misurata con questo simbolo intimo ed estremo di libertà e autodeterm­inazione, difficile proprio come lo è un complesso e allo stesso tempo guanto di sfida nel complicato mondo delle relazioni: perfino sua madre ancora non ha capito perché sua figlia si sia ostinata, invece di ricorrere alla chirurgia estetica. Figuriamoc­i gli uomini! Ma anche le donne. Perché entrando nella zona grigia dei rapporti maschio/femmina — del sottile confine tra compliment­o garbato e avance invadente — credo che le donne sentano istintivam­ente, anche in modo ignorante (ossia quando ancora non conoscono il mondo nonostante l’assoluto della giovinezza le porti a credere di sapere tutto) le donne sentono e sanno che il corpo, lo sguardo, la bocca più di qualsiasi altra cosa sono potenti, prima di qualsiasi altra cosa arrivano, e possono determinar­e — se non un destino — un tratto del percorso. Come ha scritto Pierluigi Battista, è vero che gli uomini lo sanno quando un no è un no, io aggiungo che lo sanno bene anche le donne — comprese quelle che se la vedono con i propri complessi — quando stanno mettendo in campo qualcosa che attira l’uomo in questa zona grigia dove le cose possono anche scappare di mano. È qualcosa, purtroppo, di atavico, riferibile a quell’istinto ritornato in auge in Francia in queste ore e che appartiene alla sottocultu­ra di preda e predatore: si possono ribaltare i ruoli, e non si sa chi ne esca peggio ma certo non ne esce bene nessuno. Ma questa zona grigia è anche il delicatiss­imo campo da preservare perché è quello in cui può germogliar­e uno dei semi che dà senso alla vita, l’incontro e la relazione con l’altro. Forse potrebbe essere questo il territorio su cui, alla pari, uomini e donne possono prima guardare dentro a loro stessi e poi guardarsi negli occhi, cercare una crescita prima come individui e poi insieme. Potrebbe essere la casa comune da preservare dai roghi purificato­ri in cui con troppa avventatez­za a volte si possono incendiare reputazion­i e vite, la casa comune in cui affrontare le urgenze ancora acute della questione femminile, in cui sarebbe bello potersi comprender­e ancora prima che giudicare. Quella in cui una donna sente che può scegliere di essere bella o meno senza che ne vada — a livello sociale — del suo valore. Forse a 80 anni mi rifarò il naso.

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