Corriere della Sera

Il drink al gusto della neve e le altre idee del guru Conigliaro

- di Marco Cremonesi

A tequila e caffè, probabilme­nte saremmo potuti arrivare anche tutti noi. Di sicuro, chi è stato in Messico l’ha provata. Ma per aggiungerc­i il succo d’ananas, ci voleva Tony Conigliaro. Lui, londinese di origini siciliane, è un mixology guru globale. Il suo Bar Termini che evoca a Londra un ristoro da stazione ferroviari­a italiana degli anni Cinquanta ha superato di slancio la popolarità abituale di un locale per cocktail. Ed è finito sulle riviste di tutto il mondo come esempio dei nuovi concept bar. Il più recente Untitled, dedicato a Andy Warhol, ha reinventat­o il bar stesso: niente bancone, tutti i drink arrivano dalla leggendari­a Drink factory, che è a tutti gli effetti un laboratori­o in cui si inventano sapori. I cocktail di Conigliaro vogliono riprodurre emozioni, ma spesso sono ardui da replicare: gli alcolici contenuti sono raramente elencati e gli ingredient­i nascono appunto nella sua Factory. Peraltro, la creazione non è soltanto estro, ma duro lavoro e pazienza: per il drink che vuole restituire la sensazione della neve ci sono voluti tre anni di tentativi, per quello che rievoca le estati in Sicilia — le vacanze di Tony bambino — gli anni di messa a punto sono stati 12. Eppure, il talento di Conigliaro sa creare gioielli semplici come il Flutter: in uno shaker con il ghiaccio si mettono 6 cl di tequila reposado (Patron), 3 cl di liquore al caffè (Borghetti), 3,75 cl di succo di ananas fresco. Si shakera e si scola con colino fine in coppa Martini, prima di decorare con scorza d’arancio. Io ci sono rimasto a bocca aperta.

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