Corriere della Sera

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Rugby: azzurri battuti dal Galles, la Nazionale femminile si regala il primo successo nel Torneo 2018

- Domenico Calcagno Flavio Vanetti

Venerdì la vittoria dell’under 21, ieri all’ora di pranzo quella delle donne. Le prime per il rugby tricolore in questo Sei Nazioni. Mancava solo la prima squadra per realizzare un triplete da sogno. Ma Galles-italia, quella vera, è finita più o meno come le tre precedenti partite: 38-14, 5 mete contro 2. E la serie nera degli azzurri si è allungata a 16. Eppure il Galles riveduto e corretto dal c.t. Gatland non è sembrato un granché. Il problema è che l’italia ha fatto il possibile per negarsi anche la minima possibilit­à. In due minuti, dal 5’ al 6’, ha concesso due mete evitabili: la prima, «soffice», a Parkes, la seconda nata da un passaggio disgraziat­o di Mbamdà che consentiva al rientrante North di planare nell’area (teoricamen­te) proibita.

Da quel momento e per i successivi 34,l’italia ha avuto il monopolio del pallone (6634 il possesso, 65-35 il campo), ma ha portato a casa solo una meta del solito Minozzi, bravo a saltare tre difensori (per lui terzo centro nel Torneo). Minozzi, che è la vera (se non l’unica) nota felice per gli azzurri, riusciva pure a fare perdere il controllo a Liam Williams che lo placcava (alto) a gioco fermo beccandosi un giallo. Insomma, a inizio secondo tempo il Galles aveva un uomo in meno e si poteva anche pensare che il secondo avrebbe portato qualcosa di buono. Invece, dopo appena 2 minuti, arrivava la terza meta dei rossi (con Hill, da rimessa laterale nei 22) e qui i giochi si chiudevano nonostante un secondo giallo rifilato al Galles.

Insomma, è andata male, peggio che a Marsiglia. La Nazionale non dà segni di crescita e ora solo la Scozia divide gli azzurri dal terzo Cucchiaio di legno consecutiv­o. «Abbiamo concesso troppi regali, a cominciare dalle prime due mete, e non siamo stati bravi a sfruttare le nostre opportunit­à» sintetizza­va il c.t. O’shea. «Troppi errori, dobbiamo essere più accurati e precisi. Il mio Sei Nazioni? Non è sufficient­e» ammetteva capitan Parisse. «Se non riusciamo a placcare portando indietro l’avversario dobbiamo farci delle domande. Non penso sia un problema di volontà, semmai di impostazio­ne» osservava Minozzi. Insomma, non va bene praticamen­te niente e sabato con la Scozia sarà, probabilme­nte, un altro (primo) pomeriggio di passione.

Resta però la vittoria (2215) delle ragazze, la prima squadra in maglia azzurra capace di vincere al Millennium, il Tempio del rugby gallese. «Sono emozionati­ssima, ancora non ci credo» raccontava Giada Franco, «women of the match». I maschi su questo prato hanno strappato un pareggio 11 anni fa, poi solo bastonate. Le donne si sono invece già tolte lo sfizio. Ma non è una novità, e si è visto anche alle Olimpiadi di Pyeongchan­g: in questo momento, le donne d’italia lo sport lo fanno meglio. al suo modo di essere: è una persona che riflette e che scrive i suoi pensieri, dopo la sconfitta nel superg olimpico s’è consumata la mano ad annotare sull’amata agendina».

Ha capito come Sofia vede Gianluca Rulfi?

«Oltre che l’allenatore, sono il “nonno” con il quale si confida».

E lei come vede Sofia?

«È una persona non comune. È un po’ guascona, ma in positivo. Ha una testa notevole: a volte la assalgono i dubbi — ci sono o non ci sono? Varrò o non varrò? —, ma anche questo dimostra la sua intelligen­za. E sa come aiutarsi».

Litiga mai con il «nonno» coach?

«A volte non le dico tutto. Lei si arrabbia e mi fa il contro-cicchetto: “Devi dirmelo!”. Passiamo 200 giorni all’anno assieme, è normale che ci sia qualche screzio, per quanto io litighi poco con tutti. Sofia accetta però il dialogo».

Che cosa le piace di più della persona?

«È un tipo diretto».

E dell’atleta?

«La “compattezz­a” agonistica. Nel superg olimpico che ha perso per una sbavatura stava esprimendo la perfezione».

L’empatia con la Vonn è genuina?

«Sì, perché di Lindsey ammira prima di tutto la disponibil­ità umana verso tutte le colleghe, indistinta­mente».

Quando ha visto Sofia in difficoltà?

«Dopo la caduta nella seconda discesa di Cortina, successiva alla vittoria del giorno precedente. Credo che lì abbia capito, con terrore, che se fai certi sbagli ti accoppi. Ecco perché deve imparare a calmarsi».

Sofia è una persona fuori dal comune, che riflette e scrive tanto

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(Lapresse) Trattore Taulupe Faletau, 27 anni, capitano del Galles, avanza nonostante i tentativi di placcaggio degli azzurri Festa L’abbraccio delle azzurre dopo la vittoria per 22-15 conquistat­a al Millennium di Cardiff. Impresa mai riuscita ai colleghi maschi
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