IL MARTIRE GIOVINETTO STORIA DI ODIO E PERDONO
Caro Aldo, oggi nella pieve di San Valentino, a Castellarano (RE), una delle parrocchie della mia Diocesi, avverrà un evento che spero possa avere un influsso positivo sia dal punto di vista civile che religioso. La figlia di uno dei due partigiani comunisti che il 13 aprile ‘45 hanno ucciso a colpi di pistola Rolando Rivi, un seminarista 14enne vittima degli odi furibondi scatenatisi nella nostra terra durante la Seconda guerra mondiale, chiederà perdono per quanto accaduto. Accanto a lei siederanno i parenti di quel ragazzo beatificato da papa Francesco nell’ottobre 2013. Ci sarò anche io, che celebrerò la messa, al termine della quale avverrà questo gesto di riconciliazione. Caro vescovo Massimo,
Grazie per aver messo in comune con i lettori del Corriere questa storia di odio, amore, memoria, perdono. Sono molti gli spunti che se ne potrebbero trarre. Coloro che hanno a cuore i valori della Resistenza dovrebbero essere i primi a scoprire e a far conoscere tutta la verità, anche le pagine nere che accompagnarono e seguirono il 25 aprile. In particolare nel Reggiano ci fu chi, tra i partigiani comunisti, pensò che si sarebbe fatta la rivoluzione, e cominciò a eliminare fisicamente sacerdoti, proprietari terrieri e altri «nemici di classe», con uno spirito di violenza ideologica che contraddiceva la battaglia di tanti italiani — compresi molti religiosi — per la libertà, l’indipendenza, la democrazia. È significativo che sia stato Francesco a beatificare il giovanissimo seminarista Rolando Rivi. La diceria del Papa «comunista» è una storiella costruita da chi intende denigrare il pontificato di cambiamento di Bergoglio.
La sua attenzione alla politica, all’economia, alla società non può essere incasellata nelle categorie novecentesche di destra e sinistra, a maggior ragione ora che vengono considerate superate. Sono certo che oggi, sia in piazza San Pietro sia a Reggio Emilia, la figura del martire giovinetto sarà ricordata come merita. E se sarà proprio la figlia dell’assassino a chiedere perdono, vorrà dire che la logica della riconciliazione cristiana e civile può essere più forte di quella di un odio antico.