Corriere della Sera

Belotti e Ljajic non pungono: il Torino perde la ferocia

Un punto guadagnato dal Chievo in zona salvezza. Mazzarri: «Ci è mancata l’intensità»

- Chievo Torino 0 0 DAL NOSTRO INVIATO Giampiero Timossi Luca Valdiserri

È primavera e magari sarà stato il primo caldo. Ma la «ferocia» del Torino non si è vista. L’aveva chiesta Mazzarri dopo la terza vittoria consecutiv­a, quella contro l’inter. È spuntata nei primi 20’ e ha impaurito il Chievo al Bentegodi. Poi Maran ha trovato una giusta chiave di lettura: non dispone di una grande squadra, ma l’allenatore dei veneti ha buone idee. Passa alla difesa a cinque e limita Ljajic con il raddoppi di Radovanovi­c.

I due allenatori sono stati tra i migliori in campo: Mazzarri aveva preparato la partita per vincerla. Poi se non hai un ottimo allenatore gare così finisci per perderle. Cairo, presidente granata, ha trovato un ottimo allenatore. Vero, un solo punto non corrispond­e alle aspettativ­e nate dopo la vittoria sull’inter. Il palo colpito da Ansaldi è stata la prima vera occasione granata. La seconda è arrivata cinque minuti dopo, al 19’ del primo tempo, su intuizione di Ljajic e diagonale di Belotti. Occasione sprecata, il Gallo è rimasto a secco, come sempre gli accade contro il Chievo. C’è di più: un’opportunit­à così non va buttata. Ci si può far perdonare creandone o sfruttando­ne altre: l’attaccante della Nazionale non lo ha fatto.

Nel primo tempo il Chievo non pervenuto. Unica occasione un tentativo di autogol granata: colpo di testa all’indietro di Burdisso, sventato da Sirigu. Nella ripresa il Toro ha smesso di fare la partita, ha provato a farla il Chievo. Espulso Bani, solo nel finale il Toro si è risvegliat­o. Ljajic stava per portare a casa la quarta vittoria. Il ginocchio di Sorrentino non lo ha permesso: 0-0. Maran è (abbastanza) soddisfatt­o: «Un punto in zona salvezza». Mazzarri è (abbastanza) soddisfatt­o: «Potevamo fare di più. Perché è mancata intensità?». Sorride: «Sarà stato il primo caldo». Appunto.

Eusebio Di Francesco è andato a caccia di equilibrio: «Del Liverpool non parlo ancora con la squadra, prima ci sono altre tre partite importanti­ssime di campionato. Non so come i giocatori abbiano preso il sorteggio di Champions e al momento non mi interessa. Ben venga il derby, solitament­e queste partite si preparano da sole dal punto di vista della motivazion­e. È una gara che vale più di tre punti, per la sua storia e per la classifica».

A Simone Inzaghi, invece, è toccato il compito opposto, cioè ridare morale al gruppo e rivendicar­e la bontà del lavoro fatto finora: «È normale che adesso si veda una macchia profonda, ma questo non può cancellare otto mesi meraviglio­si di questa squadra. La delusione per giovedì è grandissim­a. La cosa che mi è dispiaciut­a di più è che dopo il secondo autogol abbiamo perso lucidità e avuto paura. Questa delusione, però, aiuterà la squadra a crescere: sono

Differenze

Di Francesco: «Non pensiamo ai Reds». Inzaghi: «Reagiremo dopo Salisburgo»

sicuro che faremo una grande prestazion­e».

La Roma riproporrà la difesa a tre? Tutto dipende dalle condizioni di Manolas (acciaccato, ma ieri si è allenato con il gruppo) e di Florenzi (ha lavorato a parte, sembra out). Con il greco in campo sarà 3-4-2-1, con Bruno Peres al posto di Florenzi. Senza il greco si tornerà al 4-3-3. Nel primo caso, in attacco Schick e nel secondo Cengiz.

La Lazio prepara una sorpresa: sarà Felipe Anderson al posto di Luis Alberto? Di sicuro Inzaghi si affida alla voglia di Immobile, bomber spietato in campionato e attaccante un po’ sprecone in Nazionale e in Europa League. Qualche problema fisico tra gli esterni di centrocamp­o, ma questa è la partita che tutti vogliono giocare. Non si tirerà indietro nessuno.

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(Ansa) Scontro Baselli e Cacciatore

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