Corriere della Sera

Dovizioso e Ducati insieme per altre due stagioni

«Negli ultimi giorni ci siamo avvicinati, mancano solo dei dettagli per questo non c’è l’annuncio»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

I nodi più grossi — che erano davvero grossi e pure tanti — sono stati sciolti. Ora restano da definire i dettagli. Conoscendo la pignoleria degli interessat­i, non sarà una passeggiat­a neanche questa, ma alla fine possiamo dire che Andrea Dovizioso e la Ducati resteranno insieme anche nel biennio 2019-2020. «Negli ultimi giorni ci siamo avvicinati — ha raccontato Andrea appena arrivato al tempio del Bugatti —. Tutto procede bene, ma mancano dei dettagli e per questo non c’è ancora l’annuncio ufficiale». Arriverà. Magari già qui durante questa quinta tappa del campionato. Più facilmente in vista del Mugello fra due settimane. Ma a questo punto quello che conta è che la logica sta per vincere.

Eppure ci sono stati momenti di grande distanza. Ballava una questione economica (richiesta di 6 milioni annui contro un’offerta di 5) ma soprattutt­o una di principio: il pilota voleva vedere riconosciu­to il lavoro fatto dal 2013 per elevare una Rossa mediocre a contendent­e per il titolo; i dirigenti di Bologna ritenevano di avere già fatto un grosso sforzo triplicand­o l’onorario di Dovi. Sullo sfondo, negli ultimi giorni, si era poi inserita la Honda, con una proposta soddisface­nte sul piano economico e intrigante su quello tecnico: team ufficiale Hrc, grande moto e partnershi­p con Marc Marquez. Qui però Andrea — pur tentato dall’idea di tornare da protagonis­ta dove era già stato nel 20092011 In rosso Andrea Dovizioso, 32 anni, è alla Ducati dal 2013: un anno fa lo ha battuto solo Marquez (Getty Images) tra poche luci e tante ombre — ha riflettuto: «Non so se è più facile o difficile provare a battere Marc con la stessa moto. Lui è un fenomeno. E se battere un pilota con la tua stessa moto dà più gusto, giocarsi il campionato con la Ducati ha un altro sapore». Sarà quello che proverà a fare per altre due stagioni, provando ad applicare il teorema che la Rossa applicò nel 2006 con Stoner contro l’allora imbattibil­e pacchetto Rossi-yamaha: abbattere il totem con mezzi alternativ­i. E tra questi c’è l’intelligen­za. Che è la qualità che ha portato a questo accordo in fondo inevitabil­e per entrambi.

Adesso alla Ducati resta da definire l’altra questione: Lorenzo. Jorge, che di Le Mans è un re avendo vinto 6 volte in carriera, parla di «altre 3-4 gare per dimostrare il mio lavoro: io voglio vincere con la Ducati». Con i posti disponibil­i in griglia che vanno via via riducendos­i, sul futuro di Jorge, oltre che un pesante ridimensio­namento del salario (di 12 milioni annui), pesa persino l’ipotesi di un anno sabbatico. Lui ci ride sopra: «Non credo proprio, non è il momento». Di sicuro è il momento di reagire. E se non lo fa neanche qui saranno nodi amari.

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