Corriere della Sera

Il ruolo di Juncker come mediatore La linea anti Ong scelta dal Viminale

- di Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

ROMA La trattativa si sblocca poco dopo le 12, grazie a una triangolaz­ione con Bruxelles. Due ore dopo Matteo Salvini può rivendicar­e di aver incassato una vittoria, anche se in serata, per motivi di sicurezza, era riemersa l’ipotesi dello sbarco in via eccezional­e sulle nostre coste. Non solo, il ministro dell’interno sa che già nelle prossime ore potrebbe arrivare un’altra nave carica di migranti e dunque ripresenta­rsi un nuovo «caso». E allora la strategia che sarà probabilme­nte attuata è quella di andare all’attacco di Malta, elencando tutto quello che le autorità locali fanno per «aiutare le Ong a rifornirsi» rifiutando poi di «intervenir­e quando a bordo ci sono centinaia di persone». Ma soprattutt­o trattare con quei governi dove le Ong hanno sede legale o dei quali battono bandiera con un obiettivo: chi autorizza l’attività delle organizzaz­ioni umanitarie deve farsi poi carico di quel che fanno. Facendo sponda proprio con l’unione Europea che sembra intenziona­ta ad appoggiare una linea di fermezza nell’illusione che questo sia sufficient­e per alleggerir­e la pressione dall’africa.

La Marina Militare

Le riunioni al Viminale cominciano prestissim­o. Aquarius è in alto mare, la situazione può degenerare e dunque è necessario trovare una soluzione rapida. Salvini fa sapere di non aver alcuna intenzione di fare marcia indietro, il suo collega delle Infrastrut­ture Danilo Toninelli appare molto meno determinat­o. Anche perché la Guardia costiera, che dipende dal suo dicastero, ha prospettat­o i rischi derivanti da un mancato soccorso, compreso quello di finire sotto inchiesta proprio per non aver prestato assistenza. I contatti tra Salvini, Luigi Di Maio, il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi si intensific­ano, si chiede la mediazione del presidente della commission­e europea Jeanclaude Juncker. Con un tweet Salvini annuncia che «al largo delle coste libiche c’è la “Sea Watch 3” in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati, da portare in Italia». I responsabi­li della Ong smentiscon­o, in realtà è stata incaricata la Marina Militare di soccorrere tutte le imbarcazio­ni che sono in zona e trasportar­e gli stranieri, proprio per evitare che si crei un nuovo caso internazio­nale.

Alle 12 Aquarius contatta il centro di coordiname­nto della Guardia costiera a Roma e dichiara di essere in emergenza. Pochi minuti dopo la Guardia costiera trasmette al Viminale la richiesta di ingresso in porto per «stato di necessità». Dalle Infrastrut­ture comunicano che senza una novità che risolva la questione saranno costretti ad autorizzar­e l’approdo in uno scalo italiano. L’ipotesi è che si apra Reggio Calabria, ma Salvini fa sapere che «non si può arretrare». Nonostante le dichiarazi­oni pubbliche di piena condivisio­ne, la mediazione con le Infrastrut­ture ha momenti di tensione anche perché numerosi sindaci premono per aprire i porti delle loro città offrendo una sponda rispetto all’accoglienz­a. Una strada non percorribi­le, ma la tensione sale e alla fine la Spagna accetta la richiesta di Bruxelles nella certezza di avere così una «cambiale» da poter incassare in sede internazio­nale.

L’attacco alle Ong

L’obiettivo del Viminale rimane puntato sulle Ong. L’intenzione del ministro sembra quella di impedire alle navi delle organizzaz­ioni di «stazionare nel Mediterran­eo e poi dirigersi nel nostro Paese». I contatti con i ministri di Francia, Olanda e Germania sono già stati attivati per ribadire che spetta agli Stati di provenienz­a farsi carico dell’attività delle associazio­ni umanitarie. E dunque se una nave batte bandiera tedesca dovrà essere Berlino a provvedere all’accoglienz­a degli stranieri soccorsi. Tutto questo tenendo bene in mente che la Libia ha di fatto sospeso i controlli sulle proprie coste evidenteme­nte per rivendicar­e il rispetto degli accordi presi con il governo Gentiloni mostrando quanto può accadere se i patti non saranno rispettati o rinnovati. Ecco perché alla riunione di governo convocata ieri sera a palazzo Chigi si è deciso di far partecipar­e i responsabi­li dei servizi segreti che hanno avuto un ruolo chiave nella trattativa con Tripoli.

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(Ansa/ Karpov/ Sos Mediterran­ée) A bordo Due volontarie a bordo della nave Aquarius cercano di rassicurar­e i migranti: sono 629 i naufraghi sull’imbarcazio­ne di Medici senza frontiere e Sos Mediterran­ée che continua a oscillare da Est a Ovest a due nodi l’ora, in un limbo tra l’italia...

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