Il Tas stanga la Errani: dieci mesi per il doping del tortellino
Il tribunale di Losanna inasprisce lo stop: «Vicenda vergognosa, non so se avrò la forza di tornare»
Le tappe
● Il 16 febbraio 2017 Sara Errani è trovata positiva al letrozolo
● Il 3 agosto 2017 è condannata a due mesi dal tribunale della Federtennis internazionale
● Il 9 novembre 2017 l’arbitrato al Tas con Nado Italia
Il ritiro immediato dalla semifinale di Bol, in Croazia, sabato. «Motivi famigliari». In realtà, dopo sette mesi e otto rinvii, a Sara Errani era stata notificata la dura sentenza del Tas di Losanna: dieci mesi di squalifica per il caso doping del letrozolo (positività del 16 febbraio 2017, test a sorpresa), appello di Nado Italia, l’agenzia antidoping nazionale, accolto, ritorno in campo (al netto dei due mesi comminateli dal tribunale della Federtennis internazionale, Itf, il 3 agosto 2017 e già scontati) l’8 febbraio 2019. La tennista è sconvolta: «Sono nauseata da questa vicenda, gestita in modo vergognoso. Mi sento impotente davanti a un’ingiustizia così grande. Non so se avrò la forza e la voglia di tornare a giocare a tennis».
Alla Errani il Tas ha riconosciuto l’involontarietà dell’assunzione accogliendo la curiosa tesi difensiva della pasticca di Femara, l’antitumorale assunto dalla madre Fulvia, finita nell’impasto del tortellino e poi nel brodo mentre Nado, che a Losanna aveva preteso la ricostruzione dettagliata dell’organizzazione della cucina di casa Errani rivangando la frequentazione (mai negata) della tennista con il dottor Luis Garcia del Moral — medico spagnolo noto alle cronache di doping, da cui Sara aveva ammesso di essersi sottoposta a un elettrocardiogramma sotto sforzo — aveva chiesto la colpevolezza piena. Aumentando di otto mesi la squalifica, il Tas ha ridotto il divario con la pena imposta prima dei Giochi di Rio al canottiere Niccolò Mornati (4 anni, poi diventati 2 per non aver convinto con la sua difesa) per assunzione di anastrozolo, sostanza che la Wada considera gemella del letrozolo al punto da inserirla Azzurra
Sara Errani, 31 anni, ha 9 titoli Wta e una finale al Roland Garros (2012) all’attivo (Lapresse) nella stessa categoria di prodotti vietati (S4.1) e ha disintegrato la credibilità del tribunale Itf. Alla Errani restano il riconoscimento che non si è trattato di dolo (dettaglio non da poco) ma di un «grado di colpa leggera» (benché di «grado superiore» al mite verdetto dell’itf) ricaduta su di lei in seguito alla leggerezza della madre e la possibilità di ricorso al Tribunale Federale svizzero, cui potrebbe chiedere la sospensione della pena in attesa della sentenza definitiva per il clamoroso ritardo con cui il Tas si è mosso. Non trattandosi di responsabilità dell’alteta, la squalifica potrebbe essere retrodatata. Un tentativo di baratto, cioè, con i punti e i prize money vinti nel frattempo che non stroncherebbe la carriera di una tennista 31enne, già risollevatasi a fatica dall’infausta positività.
Appello Nado accolto L’assunzione non è volontaria ma la colpa c’è. Squalifica fino al febbraio 2019