Corriere della Sera

Kim e Trump, stretta di mano storica per la pace

Le uscite pubbliche hanno rivelato molti dettagli sul dittatore: dall’alcol alle improvvisa­zioni

- di Guido Santevecch­i

Svolta nei rapporti tra gli Usa e la Corea del Nord. Ieri lo storico accordo a Singapore tra Trump e Kim Jong-un contro il nucleare.

SINGAPORE C’è stato un gesto psicologic­o, celato in un atto di cortesia, che Donald Trump probabilme­nte aveva studiato con cura. Lui che ha scritto il saggio «L’arte dell’accordo». Per fare un piccolo favore a Kim Jong-un, lo ha portato davanti alla sua auto speciale, «The Beast», il bestione a prova di bomba chimica, dotato di gadget da 007. Era parcheggia­ta non casualment­e a portata di mano, in caso di pericolo durante i viaggi il Presidente può trovarvi rifugio e allontanar­si. Kim ha osservato come un bambino affascinat­o dalla tecnologia sconosciut­a, mentre un agente del Secret Service americano apriva la portiera di dietro, per cinque secondi soltanto. Ecco, uno sguardo offerto a Kim per lasciargli immaginare quali potrebbero essere le «garanzie di sicurezza» messe sul tavolo dalla superpoten­za se abbandoner­à le armi nucleari che ha costruito come minacciosa polizza sulla vita e sul potere. Kim in futuro potrebbe averne una simile per non correre pericoli sulle strade della Nord Corea o del mondo che gli si aprirà dopo anni di auil toreclusio­ne all’interno di un Paese povero e assediato dalle sanzioni.

Dietro il faccione sorridente da obeso, Kim è un uomo spietato: ha fatto scomparire almeno 300 gerarchi di cui non si fidava dal dicembre 2011 quando a 27 anni ereditò potere dal padre morto d’infarto sul suo treno blindato (paranoici di famiglia). Ma la paura e il sospetto di un tradimento, di un complotto lo accompagna­no in ogni ora del giorno. Un dettaglio rivelatore: ieri c’erano due penne sul tavolo, preparateg­li per la firma del documento. Non le ha toccate, forse è rimasto davvero impression­ato dal film satirico della Sony che immaginava un avvelename­nto da parte della Cia con una semplice stretta di mano. Kim ha firmato con la penna che gli ha porto la premurosa sorella, sempre un passo dietro di lui. Era successo anche il 27 aprile a Panmunjom, nel vertice con il presidente sudcoreano Moon Jae-in.

Per anni sul dittatore e sulla sua psicologia abbiamo saputo poco o niente, solo retorica di regime e minacce di propaganda arrivavano da Pyongyang. I nordcorean­i non sono informati nemmeno sul numero di figli (pare tre) del loro leader supremo. Per anni su Kim Jong-un sono circolate notizie di seconda o terza mano, più o meno probabili. Ricordi di ex ragazzini del college che frequentò sotto falso nome in Svizzera («era gentile e riservato, amava il basket e la musica rock»). Le memorie di un ex chef giapponese sui suoi piatti preferiti e la passione per il buon vino francese. La zia fuggita in America che lo ricorda come bambino dal carattere difficile: entrava in sciopero della fame se qualcosa lo faceva arrabbiare. Le informazio­ni di intelligen­ce diffuse dai sudcoreani sulla base di dichiarazi­oni di fuggiaschi che avevano tutto l’interesse a raccontare anche assurdità per darsi importanza (tipo la storiaccia dello zio dato in pasto a cani affamati in una gabbia: la verità è che fu «regolarmen­te» fucilato).

Nelle ultime settimane il profilo del Maresciall­o si è arricchito di notizie vere: è educato, cede il passo ai leader più anziani di lui, come Moon e Trump; gli piace improvvisa­re: salto del 38° Parallelo per portare Moon al Nord, passeggiat­a da turista a Singapore; fa battute spiritose e autoironic­he («non vi disturberò più con i miei missili all’alba»); non rifiuta mai un brindisi alcolico; e fuma molto («vorrei tanto che smettesse» ha confidato la bella moglie) ma evita di farlo durante i vertici e i banchetti ufficiali.

Resta un uomo «prudente»: subito prima di venire a Singapore ha sostituito tre generali ai vertici delle forze armate; ha volato su un Boeing cinese, perché un conto è l’orgoglio nazionale di mostrarsi sul proprio jet privato, un altro rischiare la pelle su un vecchio aereo nordcorean­o residuato sovietico.

«Ho appreso che è un uomo di talento, ho appreso che ama molto il suo Paese», dice Trump. Sappiamo anche che è brutale e cinico: nel tour notturno di Singapore è andato a vedere il Marina Bay Sands, il super hotel con bar sospeso su una struttura a forma di transatlan­tico: era il locale preferito del fratellast­ro Kim Jong-nam, che ci era stato anche pochi giorni prima di essere assassinat­o con il veleno chimico all’aeroporto di Kuala Lumpur nel febbraio 2017. Per ordine del sorridente Maresciall­o.

Kim Jong-un è un negoziator­e sveglio e abile. Ci vedremo ancora, e diverse volte. Lo inviterò assolutame­nte alla Casa Bianca Donald Trump Presidente degli Stati Uniti

Il fatto che i più alti dirigenti dei due Paesi si siano seduti fianco a fianco per colloqui tra pari ha un senso importante, è l’inizio di una nuova storia Wang Yi Ministro degli Esteri cinese

La visita cinica

Il Maresciall­o ha fatto una capatina all’hotel preferito dal fratellast­ro fatto uccidere nel 2017

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Il leader nordcorean­o Kim Jong-un (34 anni) stringe la mano al presidente degli Stati Uniti Donald Trump (71 anni) presso l’hotel Capella sull’isola di Sentosa a Singapore
 ??  ?? Lo scambioIl segretario di Stato Mike Pompeo e Yo Jong, sorella di Kim, si scambiano i documenti firmati da Trump e Kim (Epa)
Lo scambioIl segretario di Stato Mike Pompeo e Yo Jong, sorella di Kim, si scambiano i documenti firmati da Trump e Kim (Epa)
 ??  ?? Spalla L’uscita dopo la conversazi­one. Kim ha 34 anni, Trump 71, il primo al potere dal 2011, il secondo dal 2017. Mai nella storia i leader di Stati Uniti e Nord Corea si erano incontrati prima di ieri (Kevin Lim)
Spalla L’uscita dopo la conversazi­one. Kim ha 34 anni, Trump 71, il primo al potere dal 2011, il secondo dal 2017. Mai nella storia i leader di Stati Uniti e Nord Corea si erano incontrati prima di ieri (Kevin Lim)
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Stretta forzata Fra i due leader si è instaurato un clima di cordialità. Il leader nordcorean­o è ossessiona­to dal timore di essere avvelenato, e anche Donald Trump quando può evita il contatto fisico (Kevin Lim)
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Biro personale Il tavolo del faccia a faccia al Capella Hotel. Il dittatore nordcorean­o ha ignorato le penne «ufficiali», firmando il documento comune con quella che gli ha passato la sorella (Jonathan Ernst)

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