Corriere della Sera

Libia, 50 mila in attesa di salpare Riparte la trattativa di diplomatic­i e 007

- Di Fiorenza Sarzanini

La trattativa è stata avviata. La richiesta è esplicita: pattugliar­e la parte del confine libico che porta in Tunisia. Dopo le partenze degli ultimi giorni con centinaia di migranti caricati su imbarcazio­ni di fortuna, L’italia chiede a Tripoli il rispetto degli accordi, mostrando disponibil­ità anche ad accogliere nuove istanze. Non c’è ancora una presa di posizione ufficiale di Palazzo Chigi, il negoziato viaggia sui canali dell’intelligen­ce e della diplomazia per fare leva e ottenere collaboraz­ione dal governo guidato da Al Serraj, ma anche da parte del generale Haftar. Il nodo rimane quello riguardant­e le milizie che hanno finora giocato un ruolo fondamenta­le per contrastar­e l’azione dei trafficant­i. Ma nelle ultime settimane tutto è cambiato e — come era prevedibil­e — il segnale al governo di Roma è stato inviato: senza una conferma dell’intesa ci saranno conseguenz­e. Le stime parlano di circa 50 mila persone che aspettano di imbarcarsi per arrivare in Europa passando per l’italia. Ufficialme­nte il blocco dei controlli è stato addebitato allo scontro che è avvenuto proprio tra milizie avverse con l’irruzione nel palazzo presidenzi­ale di Tripoli avvenuta il 18 maggio scorso e la cacciata della guardia presidenzi­ale, ma altri sembrano essere i fattori che hanno determinat­o la scelta di non effettuare controlli lasciando le organizzaz­ioni criminali libere di ricomincia­re a far partire i migranti. E di imbarcare soprattutt­o donne e bambini, forse nella convinzion­e che il messaggio sarebbe apparso ancora più efficace. Proprio ieri l’ambasciato­re a Tripoli Giuseppe Perrone ha incontrato il ministro degli Esteri Mohammed Siyala per «sottolinea­re l’importanza del dossier libico per il nuovo governo italiano» e subito dopo ne ha dato notizia via Twitter. Un modo per confermare pubblicame­nte l’intenzione «di rilanciare la cooperazio­ne bilaterale a tutti i livelli in diversi campi tra cui commercio e investimen­ti, cultura». E così ottenere collaboraz­ione nella «lotta ai traffici illeciti».

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