Fare la Storia in 40 minuti La Corea promette pace Trump: «Okay firmiamo»
Intesa per la «denuclearizzazione della penisola» tra i due presidenti Il leader Usa: fermerò i giochi di guerra. I critici a casa: ha concesso troppo
SINGAPORE Secondo Trump il documento che ha siglato a Singapore con Kim Jong-un è semplicemente «tremendous», che significa eccezionale. Due fogli che promettono «nuove relazioni» e «pace solida e duratura». E in cambio di «garanzie di sicurezza» da parte americana registrano «la riaffermazione dell’impegno fermo e incrollabile di Kim di denuclearizzare completamente la penisola coreana». I critici del presidente sostengono che la Dichiarazione di Singapore è tremenda. Viene contestato il testo generico, la mancanza di dettagli sul disarmo, il fatto che già in passato la Dinastia Kim aveva promesso e continuato ad armarsi in segreto. Però, vedere le bandiere di Stati Uniti e Nord Corea affiancate alle spalle dei due leader a colloquio invece che impegnati a minacciarsi di annientamento è un fatto storico. E le parole pronunciate in pubblico da Kim non si erano mai sentite prima: «Il mondo assisterà a un grande cambiamento, abbiamo deciso di lasciarci il passato alle spalle, era come avere catene ai piedi, ma abbiamo superato tutto questo e oggi siamo qui». La voce del Maresciallo era roca, sembrava tradire l’emozione. «Okay, firmiamo», ha detto Trump.
E quando un giornalista gli ha chiesto quando avverrà la denuclearizzazione ha risposto che il processo comincerà presto, molto presto, e sarà rapido, molto rapido, «assolutamente». Ma non ha fissato termini. Ha aggiunto che Kim è un uomo di talento e che lo ha invitato a venire alla Casa Bianca, «assolutamente», al momento opportuno.
Successo o cedimento di fronte a Kim che in 40 minuti di colloquio da soli lo ha affascinato con le lusinghe? Ora deve cominciare il negoziato nei dettagli. Che cosa intende Kim per «denuclearizzazione»? Probabilmente al momento punta solo a una riduzione delle sue testate atomiche. Ma intanto Trump rivela una concessione immediata e controversa che non è scritta nel documento: «Gli Stati
Uniti fermeranno i giochi di guerra, le esercitazioni militari congiunte con i sudcoreani che costano un’enorme quantità di soldi e sono provocatorie». Così, in una frase sola il comandante in capo sconfessa due volte le forze armate americane, definendo «war games» e «provocatorie» le esercitazioni ordinate dal Pentagono per mantenere la guardia alta in Sud Corea.
Viene chiesto a Trump se non si rende conto di aver legittimato un dittatore, gli viene ricordato che Bill Clinton da presidente non accettò di incontrare i Kim. Risposta: «Sì, ma spese tre miliardi di dollari in aiuti economici, buttandoli per niente mentre loro si armavano». Trump invece non parla di premi immediati né di cancellare le sanzioni fino a quando la Nord Corea non comincerà a consegnare la merce, bombe e missili.