«Baruzzi, l’ufficiale che conquistò Gorizia»
Il 4 novembre di 100 anni fa, col bollettino delle ore 12, il generale Armando Diaz comunicava la fine della Prima guerra mondiale. Di quel conflitto, tutti ricordiamo personaggi come Baracca o Toti, ma tantissimi furono gli eroi, quasi dimenticati, che si fecero onore. Per tutti, vorrei ricordare un sottotenente di 19 anni, Aurelio Baruzzi. La conquista di Gorizia fu dovuta principalmente a una sua intuizione. Le truppe italiane erano entrate in città, ma il nemico resisteva. Con un colpo di mano e pochissimi uomini, Baruzzi riuscì a conquistare il sottopassaggio ferroviario situato alle porte di Gorizia, facendo prigionieri qualche centinaio di austriaci. Fu così che l’ufficiale piantò per primo il tricolore italiano sulla stazione ferroviaria della città. Per questa azione il re concesse a Baruzzi (già medaglia di bronzo), la medaglia d’oro al valor militare. Innumerevoli sono le figure della nostra storia patria, le cui vicende biografiche, benché molto significative, sono state dimenticate. Ma eroi furono anche tutti quelli che hanno scritto la Storia nelle trincee, umili soldati privi di gradi e di medaglie, che sono morti. Ed eroi furono i soldati che, tornati dalla guerra flagellati nella psiche, finirono in case di cura e manicomi. E come dimenticare il fondamentale contributo dato dalle donne nella logistica, e col lavoro nei campi e nelle industrie?