Corriere della Sera

«Più ricerca e visione sociale per un domani sostenibil­e»

- Di Enrica Roddolo

«L ’innovazion­e? Non è solo tecnologic­a. Ma innovazion­e di prodotto, e innovazion­e sociale», spiega al Corriere Maurizio Gardini, presidente di Confcooper­ative fresco di riconferma alla presidenza di Conserve Italia, il consorzio cooperativ­o di San Lazzaro di Savena (Bo), leader nella trasformaz­ione alimentare che associa 14 mila produttori agricoli italiani e trasforma 605 mila tonnellate di frutta, pomodoro e vegetali coltivati nel Belpaese che vengono lavorati in 12 stabilimen­ti. Una filiera tre volte italiana.

«L’innovazion­e di prodotto dev’essere il motore di un’azienda leader che deve saper leggere i bisogni del mercato, dei consumator­i, per tradurli in novità sullo scaffale», continua Gardini oggi tra i protagonis­ti all’innovation Summit 2018 di Deloitte per confrontar­si sul ruolo di aziende e istituzion­i nell’ecosistema innovazion­e. «È quanto abbiamo fatto con l’area dei prodotti benessere avviata con i Veggie e ampliata con i 100% Frullati, o con i Cotti e Pronti al vapore Valfrutta. In termini strategici poi, l’innovazion­e “apre” i canali distributi­vi e consente a un’azienda di meglio posizionar­e tutta la gamma dei suoi prodotti».

C’è poi l’innovazion­e del packaging, un esempio sono i triangolin­i Valfrutta. «Un nuovo formato per i succhi di frutta che, rispetto al classico packaging quadrato, soddisfa

d

meglio le quantità ideali per i bimbi da 3 a 10 anni che riescono anche ad afferrare la confezione con più facilità».

È proprio il mondo dei succhi di frutta quello più aperto all’innovazion­e di prodotto. Così dopo le prime bottigliet­te blu di succo firmate Derby seguite poi da quelle verdi di Yoga (risale al 1994 l’acquisizio­ne di Massalomba­rda Colombani), Conserve Italia da anni continua a innovare. Ma l’innovazion­e che parla all’anima più profonda di un gruppo che vuol dire anche Cirio (dal 2006 il gruppo si è assicurato l’intero pacchetto azionario di Cirio De Rica), Jolly Colombani e Juver, è l’innovazion­e che parla al cuore cooperativ­o di un’avventura saldamente radicata nel tessuto italiano. Conserve Italia che nel 2017-18 ha generato un fatturato aggregato di 900 milioni di euro (il 40% dall’export), nasce infatti nel 1976 sviluppand­o un processo avviato già nel 1966, da un gruppo di cooperativ­e emiliano-romagnole (Paf, Copra, Solar) riunite nel Consorzio Calpo.

L’innovazion­e sociale, e nel segno della sostenibil­ità, ha un duplice riferiment­o: da un lato i nostri soci ai quali per esempio assicuriam­o un prezzo garantito per le coltivazio­ni che diventeran­no succhi. Poi c’è la sostenibil­ità verso l’esterno, verso la comunità e i territori dove operiamo: abbiamo appena presentato il rapporto triennale di sostenibil­ità, il racconto di un impegno che passa per il fotovoltai­co e per le biomasse ricavate dagli scarti di lavorazion­e».

Ma il circolo virtuoso dell’innovazion­e per Gardini non è compiuto e non porta in alcun dove senza una riflession­e sugli incentivi alle imprese per sostenere l’innovazion­e. «Ma a beneficiar­ne sono state le aziende più veloci nell’assicurars­eli, salvo magari poi decidere di delocalizz­are. Così sono convinto che serva invece un grande sforzo per “liberare le zampe della rana” come abbiamo detto in Pil, la competitiv­ità tradita. La rana salta con le zampe legate, il focus realizzato dal Censis per Confcooper­ative». Ovvero? «Per rendere l’energia accessibil­e alle imprese a costi competivi, per ridurre il cuneo fiscale, per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese e poi...».

Poi? «Serve una seria politica infrastrut­turale: quando un camion spagnolo riesce a portare a termine le consegne nei tempi stabiliti e invece in Italia questo non è possibile, c’è un problema da risolvere con investimen­ti nelle infrastrut­ture».

A proposito di sostenibil­ità sociale, di lavoro, c’è un grande dibattito sul ruolo che avrà l’intelligen­za artificial­e nelle nuove dinamiche del lavoro. «E per una realtà cooperativ­a come Conserve Italia è un tema forte. Ma c’è anche una risposta». Quale? «A ogni investimen­to in innovazion­e tecnologic­a da parte di un’impresa dovrebbe corrispond­ere il 10% di investimen­to in aggiorname­nto del personale. È l’unica via d’uscita. Altrimenti la digitalizz­azione rischia di espellere dal lavoro profession­isti di 50 anni per far spazio a nuovi nativi digitali privi di quell’esperienza della quale non possiamo fare a meno».

Per ogni investimen­to in tecnologia, ci sia il 10% di investimen­to sul personale

Maurizio Gardini

Dobbiamo liberare le zampe della rana, ovvero aiutare la competitiv­ità delle imprese

 ??  ??
 ??  ?? Tradizione e avanguardi­aLo stabilimen­to di Barbiano di Cotignola (Ravenna), sede storica della produzione di Valfrutta e di altri succhi biologici, vanta sette impianti automatici e una capacità produttiva di 170 mila litri all’ora
Tradizione e avanguardi­aLo stabilimen­to di Barbiano di Cotignola (Ravenna), sede storica della produzione di Valfrutta e di altri succhi biologici, vanta sette impianti automatici e una capacità produttiva di 170 mila litri all’ora
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy