Eros entusiasma l’ariston Applausi per Ultimo e Bertè
Il cantante emoziona con Fonsi Applausi a Ultimo e Bertè Polemiche sulla gaffe di Renga: «Le voci maschili sono superiori»
Serata conclusiva al Festival di Sanremo. L’ospite Eros Ramazzotti emoziona l’ariston nel duetto con Claudio Baglioni. Sorpresa dello Stato Sociale che si esibiscono, fuori dal teatro, con Renato Pozzetto. Standing ovation per Loredana Bertè. Lacrime anche per Anna Tatangelo.
Sanremo 2019 L’ultima serata del festival Baglioni: ha vinto la musica
SANREMO Il dirottatore ha condotto la nave in porto. È riuscito anche a governare l’ammutinamento non dichiarato della Rai che rischiava di rovinare la tanto ricercata armonia.
Claudio Baglioni chiude il suo secondo Sanremo con ascolti in calo rispetto alla prima edizione, ma più che soddisfacenti. Le parole con cui il cantautore saluta il pubblico in apertura della diretta, avvolto in smoking total white, sembrano chiudere la porta al Baglioni-ter: «Ha vinto la musica, hanno vinto le parole, le speranze degli artisti. Spero che questo solco non venga smesso, è nello statuto e nella costituzione del Festival della canzone italiana. Spero che rimanga tale fino al prossimo Sanremo e a tutti quelli che arriveranno».
Il vincitore arriverà a notte, la sfilata dei 24 in gara è infinita. «Se dovessi tornare indietro inviterei solo 20 concorrenti. E credo anche che la consuetudine della giuria d’onore possa essere cambiata», sono i suoi suggerimenti a chi verrà per celebrare l’edizione del settantesimo. E proprio sulla giuria d’onore c’è una polemica: Joe Bastianich ha pubblicato sul suo Instagram una «storia» in cui invitava a votare per i Negrita.
Il momento superospite arriva presto. Eros Ramazzotti si riprende il palco su cui è nato. Il biglietto da visita e «Vita ce n’è», dall’omonimo ultimo album. Claudio fa il padrone di casa e lancia il duetto su «Adesso tu». «Per le strade una canzone» vede il cantautore in coppia con Luis Fonsi, quello di «Despacito», che solo in Italia in due anni ha avuto 336 milioni di views, messe in fila sono 1817 anni. «All’inizio della carriera ero più romantico, ora metto canzoni con più ritmo ma nel nuovo album “Vida” ci sono entrambi i miei lati», raccontava in mattinata.
La gara si era aperta con l’intensità drammatica di Daniele Silvestri, premio della Critica meritato. Anna Tatangelo si è tolta la corona di regina del trash. Ghemon è uno che porta l’eleganza soul nell’hip hop. Gli amplificatori sul palco dei Negrita sono la testimonianza che il rock non è morto e il «comandante» dal «gioco sporco» che una canzone può parlare di attualità. La rinascita di Bertè è partita quest’estate con i Boomdabash. Una voce e una grinta così mancavano da quando Loredana era Loredana.
Francesco Renga fatica ancora a lasciarsi andare. Forse pesa la tempesta per un’avventata dichiarazione al Dopofestival sul supposto valore superiore delle voci maschili. «Era una questione tecnica legata alle frequenze, mi ferisce chi va oltre parlando di sessismo, non accetto strumentalizzazioni ma me ne scuso», ha dichiarato il cantautore.
Ultimo e Nek confermano
la solidità delle loro canzoni. Mahmood è la sorpresa del Festival e non si lascia emozionare da un problema tecnico che lo lascia muto in apertura.
Un festival che si è dimostrato solido nella musica — qualità media alta e poche cadute di gusto — senza però trovare un corrispettivo altrettanto forte nello show. Lo riassumono bene le parole di Virginia Raffaele: «Bisio mi ha detto che lui si sentiva sempre col freno a mano tirato. E la conduzione non è il mio mestiere». Il momento migliore infatti è stato quando Virginia è tornata a imitare: a occhi chiusi sembrava che Malika, Patty Pravo, Vanoni e Giusy Ferreri fossero all’ariston.
Le canzoni si sono aperte al nuovo, le gag erano ferme all’avanspettacolo in bianco e nero. C’era stato il Quartetto Cetra al debutto, ieri il cerchio si è chiuso con l’omaggio al Trio Lescano con «Camminando sotto la pioggia».