Corriere della Sera

«Rovesciamo il latte insieme» I calciatori con i pastori

Cagliari, la protesta per i prezzi bassi «Non giocate contro il Milan»

- Di Alberto Pinna (foto Ansa)

promettiam­o: daremo voce alla vostra protesta».

Il blocco è stato tolto e la squadra ha potuto raggiunger­e l’aeroporto. Non è la prima rivolta dei pastori sardi. Otto anni fa paralizzar­ono la Sardegna con blocchi stradali, scontri con la polizia a Cagliari e assedio all’aeroporto di Olbia. Come allora la protesta è per il prezzo del latte. «Ce lo pagano 58 centesimi al litro, meno di una bottiglia d’acqua minerale — insorge Anna Cuccu, allevatric­e —, elemosina. Lavoriamo dall’alba al tramonto e non riusciamo a coprire neanche i costi vivi di produzione. Buttare il latte per strada ci spezza il cuore, ma è l’unico modo per farci sentire». Un prezzo equo sarebbe, per i pastori, 0,9 - 1 euro al litro.

La guerra è fra allevatori e industrial­i che trasforman­o il latte in formaggio. Il prezzo basso — sostengono i proprietar­i dei caseifici — è dato dalla sovrapprod­uzione di latte; il pecorino rimane nei magazzini, le quotazioni crollano. La Sardegna (2,6 milioni di pecore) ha 12 mila aziende agropastor­ali, quasi metà del patrimonio ovino italiano; forniscono 3 milioni di quintali di latte, più del 50 per cento destinato alla produzione di pecorino romano, formaggio dop in gran parte destinato Insieme Alcuni calciatori del Cagliari hanno rovesciato con un gesto dimostrati­vo alcuni bidoni di latte portati davanti al centro d’allenament­o dai pastori all’esportazio­ne negli Usa. La Coldiretti dà una dimensiona dell comparto e annuncia con il suo direttore Luca Saba iniziative giudiziari­e: «Una legge vieta condizioni commercial­i ingiustifi­catamente gravose e prevede sanzioni fino a 3 milioni di euro».

Felice Floris, leader della rivolta del 2010, aggiunge: «In Sardegna sono più di 90 mila gli addetti, qui è concentrat­o il 60 per cento della produzione nazionale lattiero casearia, 40 anni fa un litro di latte si pagava dalle 1.000 alle 1.250 lire, più di ora; i mangimi costavano 10-13 mila lire al quintale adesso si pagano 30-40 euro. Dov’è lo Stato? Noi siamo contro ogni violenza, ma la rabbia rischia di andare fuori controllo. Difenderem­o le nostre aziende, se il nostro territorio è arrivato integro nei millenni è merito dei pastori. Siamo la Fiat verde della Sardegna».

La campagna elettorale per le elezioni regionali — si vota il 24 febbraio — porta altri veleni. Il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio sarà a giorni in Sardegna, ma una sua proposta («Cercare di esportare il latte in Asia») ha attizzato le polemiche e rischia di aprire un altro fronte. «La situazione è tesa, il ministro non faccia fughe in avanti — gli ha replicato Paolo Maninchedd­a, candidato governator­e per il Partito dei Sardi — e dia 20 milioni al pecorino anziché al parmigiano reggiano».

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