Dybala, il non-leader che rischia la panchina punitiva
Col Sassuolo, per tornare a +11, Allegri potrebbe rinunciare alla Joya: «Ma ha chiesto scusa a tutti»
Servirà un’altra scampanellata domenicale o la Juventus avrà recepito il messaggio? La squadra di Allegri scende a Reggio Emilia, un luogo non banale per riprendersi dopo la batosta contro l’atalanta in Coppa Italia e il fastidioso pareggio colabrodo con il Parma: contro il Sassuolo la Juventus toccò il fondo, con la sconfitta e il 14° posto nell’ottobre 2015, prima della trasformazione in una squadra imbattibile, da 25 vittorie in 26 partite. In quella notte da tregenda scattò una scintilla, anche grazie a due leader come Buffon ed Evra che diedero la scossa nello spogliatoio.
Oggi non c’è ovviamente quel senso di emergenza (anzi col pareggio del Napoli il vantaggio può tornare a 11 punti...) anche se a febbraio gli scricchiolii fanno più rumore rispetto a ottobre. Ma nemmeno si vedono grosse scintille o leader di quel calibro. Però ci sono un po’ di bollicine che rendono frizzante l’atmosfera e a portarle ci hanno pensato Dybala e Douglas Costa. Il primo contro il Parma è andato negli spogliatoi quando ha capito che non sarebbe entrato: «Si è accorto dell’errore, ha fatto una cavolata e ha chiesto scusa perché ci vuole rispetto per i compagni» taglia corto Allegri, che però sottolinea anche che a Paulo «è stata data una grande responsabilità con la maglia numero 10 e la fascia da capitano».
Peccato che dall’investitura con la mitica maglia sia passato oltre un anno e mezzo e che la fascia sia part time: del resto, al di là del dibattito sul ruolo e la scarsa vena gol, atteggiamenti da leader da parte dell’argentino non se ne sono mai visti molti, soprattutto dopo l’arrivo di Ronaldo. E non è per nulla scontato che la Joya oggi sia titolare nel ballottaggio con Bernardeschi. Anzi tira aria di una panchina punitiva.
Che dire poi di Douglas? Il brasiliano ieri ha completato la sua settimana di gloria mettendo un «like» alla notizia dell’interessamento dello United nei suoi confronti. Niente, rispetto alla doppietta di lunedì con mega tamponamento (senza conseguenze) e seguente volo a Parigi alla festa di Neymar: «Douglas è strano — premette Allegri —. Quello che è successo lunedì fa parte della vita privata. Sono ragazzi ma devono essere bravi a gestirsi dentro e fuori dal campo. Siamo in un punto
della stagione importante, dobbiamo essere tutti al massimo della condizione».
La partita col Frosinone di venerdì prossimo sarà molto importante perché potrebbero rientrare sia Chiellini che Bonucci. Ma la sfida col Sassuolo di De Zerbi è senz’altro più probante come test in vista della sfida di Madrid con l’atletico di mercoledì 20. Servono segnali di un certo tipo, oltre ai tre punti. Soprattutto nella fase difensiva, dopo i 6 gol subiti nelle ultime due esibizioni. Sarà utile in questo senso vedere come gira il terzetto di centrocampo, con Khedira (in vantaggio su Bentancur), Pjanic e Matuidi. Quelli che possono tenere sempre accesa la scintilla-ronaldo sono soprattutto loro.
Allegri Avremo difficoltà se non faremo girare la palla e non faremo fase difensiva: sistemata quella siamo pronti per il finale