Corriere della Sera

«Noi archeologi offriamo le cene preistoric­he»

- (XXII Rapporto sul turismo) A.GR

Le regioni in cui si concentra la spesa dei turisti: Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto, Emilia Romagna al nulla, alla fuga solitaria, alla natura incontamin­ata, alla salvaguard­ia ambientale, alla cultura. Se si tiene a mente questo, si può passare ai dati che escono dalla Bit. Sono in netta ascesa le quote di turisti che scelgono paesi come la Moldavia, l’uzbekistan e il Kazakistan, l’etiopia e il sud degli Stati Uniti. Simona Greco, direttore Manifestaz­ioni Fiera Milano, spiega: «Sono aree che si stanno aprendo al turismo. Non parliamo ancora di numeri di massa, si tratta di nicchie ma sono importanti perché definiscon­o una traiettori­a e danno l’idea del trend futuro».

La Moldavia è un esempio: Paese povero, punta a valorizzar­e le risorse del territorio. La capitale è circondata da vigneti che producono vino bianco. A circa 20 km da Chisinau, c’è il villaggio di Milestii Mici popolato da 5 mila abitanti: il suo nome è associato

«Serviamo cibo che si presuppone si consumasse sei mila anni fa». Mimmo Lorusso, speleologo e guida turistica, non scherza. Spiega come ha messo in pratica in Puglia, con l’associazio­ne «Archeoluog­hi», il turismo esperienzi­ale. «La nostra terra, l’alta Murgia (Bari) è ricca di siti. Con l’aiuto di archeologi abbiamo realizzato le cene preistoric­he».

Come avete fatto?

«Dai reperti, cocci di

Al lavoro Mimmo Lorusso, 48 anni, in un sito archeologi­co di Corato (Bari)

terracotta, abbiamo riprodotti gli stessi vasi in cui mangiavano gli uomini sei mila anni fa. E sulla base di altre ricerche, supposto quale fosse la loro dieta».

Che proponete ai turisti che visitano i siti.

«Esatto».

Il menu?

«Carne di pecora bollita, maiale stufato, orzo e farro, grano della zona e cicoria. Un vero successo. Abbiamo dovuto rinunciare a molte prenotazio­ni».

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