«Noi archeologi offriamo le cene preistoriche»
Le regioni in cui si concentra la spesa dei turisti: Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto, Emilia Romagna al nulla, alla fuga solitaria, alla natura incontaminata, alla salvaguardia ambientale, alla cultura. Se si tiene a mente questo, si può passare ai dati che escono dalla Bit. Sono in netta ascesa le quote di turisti che scelgono paesi come la Moldavia, l’uzbekistan e il Kazakistan, l’etiopia e il sud degli Stati Uniti. Simona Greco, direttore Manifestazioni Fiera Milano, spiega: «Sono aree che si stanno aprendo al turismo. Non parliamo ancora di numeri di massa, si tratta di nicchie ma sono importanti perché definiscono una traiettoria e danno l’idea del trend futuro».
La Moldavia è un esempio: Paese povero, punta a valorizzare le risorse del territorio. La capitale è circondata da vigneti che producono vino bianco. A circa 20 km da Chisinau, c’è il villaggio di Milestii Mici popolato da 5 mila abitanti: il suo nome è associato
«Serviamo cibo che si presuppone si consumasse sei mila anni fa». Mimmo Lorusso, speleologo e guida turistica, non scherza. Spiega come ha messo in pratica in Puglia, con l’associazione «Archeoluoghi», il turismo esperienziale. «La nostra terra, l’alta Murgia (Bari) è ricca di siti. Con l’aiuto di archeologi abbiamo realizzato le cene preistoriche».
Come avete fatto?
«Dai reperti, cocci di
Al lavoro Mimmo Lorusso, 48 anni, in un sito archeologico di Corato (Bari)
terracotta, abbiamo riprodotti gli stessi vasi in cui mangiavano gli uomini sei mila anni fa. E sulla base di altre ricerche, supposto quale fosse la loro dieta».
Che proponete ai turisti che visitano i siti.
«Esatto».
Il menu?
«Carne di pecora bollita, maiale stufato, orzo e farro, grano della zona e cicoria. Un vero successo. Abbiamo dovuto rinunciare a molte prenotazioni».