Corriere della Sera

Sei gol del City al Chelsea, Sarri è a rischio

Poker di reti in 25 minuti. E il tecnico italiano dribbla la stretta di mano di Guardiola

- Guido De Carolis

Lezione e umiliazion­e. Le impartisce il maestro Pep Guardiola, le subisce l’allievo Maurizio Sarri, uscito avvilito e senza neppure salutare il collega tanto stimato. Il Manchester City stritola 6-0 il Chelsea, un cappotto pesante con cui il tecnico italiano dovrà difendersi dal gelo russo che già soffia forte sulla sua panchina. Il patron Roman Abramovich e Marina Granovskai­a, zarina del club londinese, potrebbero decidere l’esonero, di certo scatterà a giugno se il Chelsea (oggi sesto) non dovesse centrare la qualificaz­ione alla prossima Champions League. Travolto Maurizio Sarri, 60 anni, sconfitto da Pep Guardiola, 48 (Epa)

Nella casa dei Cityzens, ora primi con il Liverpool, lo spettacolo è stato ininterrot­to, la partita invece era finita dopo 25 minuti, perché il Manchester vinceva già 4-0 e il Chelsea non era pervenuto. Nella ripresa il punteggio è diventato tennistico. Il Kun Aguero, autore di una tripletta, si è portato a casa il pallone. Gloria pure per il socio Sterling, che ha griffato il match con una doppietta, e Gundogan. Ammutoliti Higuain e Jorginho, disarmati scudieri del Sarriball, ribattezza­to Sorryball dopo il pesante rovescio.

«Abbiamo fatto una serie di errori contro gli avversari sbagliati, c’è stato un black out e siamo andati in totale confusione», ha spiegato Sarri che ha dribblato la stretta di mano di Guardiola a fine match. «Non l’ho visto», si è giustifi- cato l’ex tecnico del Napoli e lo stesso Guardiola gli ha concesso l’onore delle armi. «Non mi ha visto, capisco la situazione: vincere 6-0 con il Chelsea non è normale», ha chiosato Pep. I due si ritroveran­no ancora contro il 24 febbraio a Wembley nella finale di Coppa di Lega, sempre che Sarri sia ancora in sella. «Non so che aspettarmi e non so che pensa di fare Abramovich, ma sono contento se mi chiama, non lo fa mai», ha sottolinea­to il tecnico italiano. Una nontelefon­ata nel suo caso allunga la vita e salva dall’esonero.

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