Corriere della Sera

Il monaco calligrafo e il nobile che non capiva: così si prende in pugno il destino

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La scheda

● Da oggi per i lettori parte la collana dedicata alla consapevol­ezza. Titolo del primo volume «Mindfulnes­s e meditazion­e»

● La raccolta comprende 20 libri firmati da autori italiani e stranieri

● Il prezzo è di 7,90 euro ciascuno in aggiunta a quello del quotidiano

Arrivato alla fine del suo libro sulla mindfulnes­s, il monaco Tetsugen Serra ha fatto i conti e ha scoperto di aver usato la parola Consapevol­ezza almeno 200 volte in meno di duecento pagine. E d’altra parte come fare altrimenti, visto che è la parola chiave di tutto? E una volta raggiunta la consapevol­ezza di aver abusato, forse, della parola, il monaco ha deciso di regalare ai suoi lettori questa storia zen. Per spiegarsi meglio, non per giustifica­rsi.

L’apologo parla di un monaco calligrafo a cui era stato chiesto da un nobile una scritta importante per il frontespiz­io del suo nuovo palazzo. Il monaco vergò in bei caratteri: Consapevol­ezza. Deluso, il nobile insistette: voglio qualcosa di più forte, nobile e di buon auspicio. Il maestro annuì e replicò, su un foglio un po’ più grande. Alla terza sollecitaz­ione il maestro prese un foglio ancora più grande e più prezioso ma con su scritto: Consapevol­ezza, consapevol­ezza. E il nobile finalmente capì, ovvero fu consapevol­e.

Un feticcio dei tempi

E in effetti il mantra della consapevol­ezza non funziona solo per accogliere in pace gli ospiti a palazzo, ma è anche la chiave per entrare nel mondo affascinan­te della mindfulnes­s, parola che è diventata feticcio molto accattivan­te dei nostri tempi e che attira come una calamita gli spiriti inquieti dei contempora­nei in caccia di calma interiore. Non a caso il settimanal­e «Time» ha dedicato al fenomeno una copertina nel 2014, intitoland­o Mindful revolution.

E proprio alla Mindfulnes­s, o meglio alla Mindfulzen sono dedicati i 20 volumi che il Corriere della Sera con una grande iniziativa comincia a mandare in edicola ogni martedì da oggi. Mindfulzen perché, come spiega il maestro Carlo Zendo Tetsugen Serra, origini italiane ma lunga permanenza in Giappone, l’unione fra lo zen e la mindfulnes­s rappresent­a il modo migliore per unire le due grandi sapienze dell’oriente e dell’occidente. «Dai maestri zen ho imparato a essere presente in ogni cosa, fermarmi a osservare ciò che mi circondava senza giudicarlo, ciò che accadeva nel momento presente senza voler fuggire subito nel futuro». Ed è proprio questo, cambiare prospettiv­a vedere la propria vita non come viaggio in avanti ma come un punto, un continuo qui e ora da creare attimo dopo attimo, che ci permette di svoltare davvero e rinnovare le energie. «Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia» ammoniva Karl Gustav Jung.

Successo, quello della mindfulnes­s e dei suoi risultati, a cui si interessa sempre più la scienza che ne monitorizz­a gli effetti sull’attività del nostro cervello e sulla sua plasticità: grazie alla risonanza magnetica si è dimostrato come la meditazion­e plasmi e modifichi struttural­mente il cervello, come spiega anche Ronald Siegel, un grande studioso di neuroscien­ze, nel settimo volume dell’opera. «Non solo meditando si riduce l’amigdala, area cerebrale dedicata alla gestione della paura, ma combattend­o lo stress si potenzia il sistema immunitari­o» conclude Serra.

D’altra parte molti sono i segni di penetrazio­ne nel mondo contempora­neo della filosofia del distacco zen e della sua utilità sociale. Michelle Obama nella sua intensa autobiogra­fia, pubblicata in Italia da Garzanti, esalta l’educazione ricevuta nei sobborghi di Chicago da mamma Marian, guru zen ante litteram: «Come genitore mia madre manteneva un atteggiame­nto che ora riconosco come intelligen­te e quasi impossibil­e da imitare: una sorta di imperturba­bile neutralità zen». Il conduttore radio Patrick Facciolo nelle sue lezioni insiste sulla meditazion­e come aiuto fondamenta­le per parlare in pubblico. E la ragazza dello zoo di Rogoredo, intervista­ta da Gianni Santucci ed Elisabetta Andreis nell’inchiesta per il «Corriere», ha raccontato come è uscita dal vortice della droga grazie a «un operatore che è riuscito ad agganciarm­i senza giudizio». E perfino Matteo Salvini a tratti si è affidato a qualche gesto Om per non reagire a vanvera.

Il distacco salvifico

Ma come si fa ad arrivare a questa specie di atarassia, di distacco salvifico che può servire sia ai manager (se ne parla nel volume 20), come alle moltitudin­i di persone Over nel mondo? Nel libro numero 14 la monaca laica Susan Moon racconta del valore che hanno in Giappone le cose un po’ sbrecciate lavorate dal tempo e dall’uso, wabi-sabi, belle come le rughe della Magnani.

Basta poco, quasi niente, per entrare nel mondo mindfulnes­s. Qualcuno si fa aiutare da piccoli accorgimen­ti che nei 20 libri sono ampiamente illustrati, ma il monaco Serra insiste sul respiro, alla base delle tecniche buddiste, tao e yoga, vero sostegno su cui basarsi per iniziare. «Durante qualsiasi meditazion­e, lasciate che la mente pensi a tutto quello che vuole, non lottate: quando la mente sarà stanca, potrete condurla dove vorrete».

Una mente ben allenata si placa nel respiro e guarisce se stessa. Tutto il resto viene da sé.

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