I 20 anni di Montalbano, il commissario che dà forza alla fiction
B uon anniversario Montalbano. Con L’altro capo del filo Rai1 festeggia il ventennale dalla prima apparizione televisiva del commissario nato dalla penna di Andrea Camilleri. Raramente nella storia della tv e della letteratura si era verificato un così riuscito connubio tra personaggio e il volto di Luca Zingaretti, un circuito virtuoso di mutua identificazione e rispecchiamento.
Quando diverse imbarcazioni di fortuna con a bordo migranti disperati si avvicinano alle coste di Vigata, ogni uomo delle forze dell’ordine è chiamato a dare il suo contributo per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza degli sbarchi. A forza di condividere lunghe ore di veglia nei porti, si crea un legame stretto tra Montalbano, il medico Osman e la traduttrice Meriem. Quando la conturbante sarta Elena viene trovata brutalmente uccisa nel suo laboratorio, i fili che intrecciano la sua vita con quella del manipolo di soccorritori sono tutti da dipanare, senza dimenticare che in Montalbano i delitti hanno sempre a che fare con istinti primordiali, gelosia, passione, rancore, paura.
Il tema d’attualità dei migranti e dei cimiteri del mare non deve trarre in inganno: anche ne L’altro capo del filo, Vigata resta placidamente adagiata nella sua dimensione a-storica, senza tempo, dove lo spettatore può ogni volta ritornare per ritrovare un mondo immutato e trovare conforto nell’incessante ritorno dell’identico.
Livia continua a prendere la solita corriera d’altri tempi che la riporta al nord, Salvo continua a guidare la sua Fiat Tipo scura, il siciliano immaginario di Camilleri non subisce mai i nuovi ingressi e le varianti dell’uso comune che agitano le lingue vive. Buon anniversario Montalbano. Bisogna riconoscere che, prima di altri esperimenti, è stato il titolo che ha dato la forza al comparto della fiction italiana di pensare più in grande, di guardare oltre confine con nuova ambizione.