Corriere della Sera

«Io, aggredito, difendo l’orso»

Christian: «Era una furia, ma vorrei proteggerl­o» L’ordinanza di Trento per abbatterlo. Il no del ministro

- di Ferruccio Pinotti

«Non abbattete l’orso che mi ha aggredito». L’appello del giovane dopo l’esperienza, vissuta con il padre, in Trentino.

Lunedì scorso Fabio Misseroni e suo figlio Christian sono stati aggrediti e feriti in Trentino da un orso non ancora identifica­to sul monte Peller, in val di Non. Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha ordinato l’abbattimen­to dell’animale e l’avvio della riduzione degli esemplari come previsto dal piano di tutela. Legambient­e ha deciso di denunciare Fugatti, mentre il ministro dell’ambiente, Sergio Costa, ha definito «inaccettab­ile l’abbattimen­to dell’orso in una fase in cui non

La montagna

Chi adora la montagna come me deve poterla vivere, servono soluzioni Il problema va risolto

sono noti i dettagli, in particolar­e se si trattasse di una femmina che voleva proteggere i cuccioli». La cosa ha provocato la reazione di quattro deputati leghisti del Trentino: quella di Costa è «un’ingerenza, perché non si rende conto degli effetti che questo animale può provocare».

Su Twitter a difesa degli orsi è intervenut­o anche Alessandro Gassmann: «Abbiamo invaso ogni spazio dell’orso, depredato, cementific­ato, disboscato, sversato, bruciato, e ora ne abbattete uno con prole perché sostenete sia pericoloso?».

E contrari all’abbattimen­to sono anche Christian Misseroni e suo padre.

Christian, innanzitut­to come stai?

«Sono ancora sotto shock, stanco. La paura e la tensione si fanno sentire».

Che ne pensi dell’ordine di uccidere l’orso che vi ha aggredito?

«Sia io e mio padre siamo contrari all’abbattimen­to, perché abbiamo rispetto della montagna e degli animali che ci vivono, anche se siamo cacciatori. Viviamo la montagna a 360 gradi, ma in pieno rispetto. Noi vogliamo sicurament­e una gestione della presenza degli orsi più pulita possibile, ma il problema va necessaria­mente affrontato».

In che modo?

«Purtroppo nella nostra zona la popolazion­e degli orsi è satura, rispetto al nostro territorio: i plantigrad­i si stanno spostando sempre di più in paese, si ripetono gli avvistamen­ti frequenti vicino alle case, qualcosa va fatta».

Le istituzion­i come devono muoversi per garantire i diritti degli animali ma anche quelli di residenti e turisti?

«Purtroppo non è di mia competenza dire come poterli gestire, se spostare gli orsi in altre regioni alpine o castrarli, così almeno il numero non aumenta o altro ancora. Però prima o poi, se non si fa qualcosa, ci scappa il morto, perché gli orsi sono anche loro stressati dalla presenza sempre maggiore dell’uomo sulle montagne. Qui il Monte Peller è una zona frequentat­a giornalmen­te da moltissimi turisti e da fungaioli amanti della montagna. Bisogna trovare soluzioni intelligen­ti, oppure non abbiamo più il diritto di andare a farci una camminata in montagna?».

Tu e tuo padre avete visto la morte in faccia...

«Io ero a 200 metri dalla strada principale alle 17 di pomeriggio, vestito con colori vivaci, jeans e scarponi gialli, senza macchina fotografic­a, nulla che incentivas­se un attacco. Sotto di me passava un piccolo sentiero, lo abbiamo imboccato e l’orso ci ha aggredito. Ho sentito dire che avremmo fatto qualcosa di sbagliato o spaventato l’animale. Nulla di più sbagliato. Eravamo usciti dal sentiero per una decina di minuti. Io ero davanti. E di colpo ho visto l’orso venirmi addosso, digrignand­o i denti. È uscito dal sottobosco come un razzo, come una furia. Eppure, stavamo solo camminando. Io ora sono terrorizza­to al pensiero di andare in montagna a farmi una passeggiat­a, questa cosa non è ammissibil­e» .

Restate comunque contrari all’abbattimen­to?

«Io non voglio assolutame­nte abbatterli gli orsi, ma vanno gestiti, rispettand­o le loro vite. Qualcosa va fatto, a me e a mio padre è stata rovinata la nostra più grande passione a causa di questa malgestion­e. Purtroppo però ora è una questione politica, noi non possiamo più molto».

Cosa provi adesso?

«Tanti animalisti mi stanno attaccando, accusandom­i della futura morte dell’orso... Questo mi distrugge, noi non possiamo fare nulla. Amiamo la montagna e gli animali».

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Christian Misseroni, 28 anni
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Christian Misseroni, 28 anni, nel pomeriggio del 22 giugno è stato aggredito e ferito insieme al padre da un orso in val di Non
Ferito Christian Misseroni, 28 anni, nel pomeriggio del 22 giugno è stato aggredito e ferito insieme al padre da un orso in val di Non

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