Corriere della Sera

Gli istituti superiori e le grandi città Ecco dove mancano i posti nelle classi

I casi di Lombardia, Emilia e Lazio. Ma aule pollaio anche nelle Marche Vitalizi, la scelta di Bertinotti

- Fausto Bertinotti

Un milione e duecentomi­la, circa. Nonostante il Cts abbia un po’ accorciato le distanze di sicurezza che gli studenti dovranno tenere in classe dal 14 settembre grazie alla ridefinizi­one del calcolo in base alle «rime buccali», sono ancora tanti i bambini e i ragazzi che devono essere ricollocat­i e sistemati nei prossimi due mesi e mezzo. Chi sono gli studenti che non hanno un posto in aula? I dati del cruscotto del Miur, in base ai quali la ministra Azzolina ha fatto i conti, sono custoditi sotto password al ministero. Ma una mappa si può cominciare a fare. I presidi hanno già lanciato l’allarme: temono che si finisca, proprio sulla base della disponibil­ità degli spazi, per avere scuole di serie A e scuole di serie B, cioè costrette a ridurre i tempi a scuola, a ricorrere alla didattica a distanza, ad arrangiars­i insomma.

Ci sono piccole regioni come il Molise, la Basilicata e la Valle d’aosta, dove ci dovrebbero essere meno problemi. Al contrario delle aree metropolit­ane, in particolar­e Milano e Roma, Firenze e Bologna, anche se si segnalano casi a Urbino, in Toscana, a Varese.

Quest’anno i 40 mila edifici scolastici ospitavano 7,5 milioni di alunni dai 3 ai 19 anni, suddivisi in poco meno di 370 mila classi: 20,5 per aula in media, ma con enormi differenze a seconda del tipo di scuola e della regione. Alle elementari, una classe su 5 (il doppio in regioni come il Molise) sarebbe già in regola visto che ha meno di 15 alunni, mentre alle superiori, dove sono aumentati gli iscritti, una classe su 5 (una su 4 in Lombardia) ha più di 25 studenti, con punte anche oltre i 30. «Nel Lazio abbiamo difficoltà in 150 scuole circa — spiega Mario Rusconi, presidente del sindacato regionale dei presidi — e la Città Metropolit­ana non ci ha ancora fatto sapere nulla sulla possibilit­à di trovare spazi aggiuntivi». In uno dei licei scientific­i della Capitale, il Newton, circa un terzo degli studenti sono al momento di troppo, servirebbe­ro venti-trenta aule in più per poter sistemare tutti. Il circuito Cinema di Roma che si è proposto per mettere a disposizio­ne le sale: ne ha 26 in tutto da offrire.

Il premier Conte e la ministra Azzolina, presentand­o le linee guida, hanno detto che non vogliono mai più classi pollaio. Ma con le regole anticovid anche una da 20 può essere troppo numerosa. È vero che negli ultimi cinque anni la scuola ha perso quasi 300 mila alunni e ci sono «3000 edifici scolastici dismessi dove recuperare spazi», come promette la ministra Azzolina. Ma non è detto che siano

Caro direttore, il suo giornale (nella didascalia, ndr) scrive di me che «l’ex leader di Rifondazio­ne è uno dei ricorrenti contro la decisione del Senato 2018 che ha stabilito il taglio dei cosiddetti vitalizi». Non è vero. Del resto non ho fatto ricorso perché non avrei potuto farlo visto che l’applicazio­ne della legge citata, nel mio caso, avrebbe aumentato anziché ridotto il «vitalizio» secondo i calcoli della Camera. Per la legge medesima esso è stato conseguent­emente lasciato così come era prima. dove servono. In regioni come la Calabria, la Campania e la Sardegna l’80 per cento delle classi elementari ha meno di 22 alunni, mentre in Lombardia, Emilia-romagna e Toscana le sezioni da dividere sono almeno il 40 per cento.

Molto peggio va alle superiori visto che, nonostante i ripetuti proclami grillini, nessuno ha ancora messo mano alla norma varata ai tempi della ministra Gelmini che fissa un numero minimo di 27 studenti per le classi prime, proprio nell’anno di passaggio che segnala sempre il maggior numero di abbandoni. Perché gli adolescent­i possano frequentar­e in sicurezza a settembre bisognereb­be dividere circa trentamila classi. Peccato che appena qualche giorno fa al liceo classico di Montalto nelle Marche non si sia riusciti a formare una prima in più perché aveva «soltanto» 18 alunni.

Come se non bastasse da Milano a Roma sono decine i licei e gli istituti tecnici e profession­ali che in queste settimane si sono visti recapitare provvedime­nti di taglio delle classi nel passaggio dal biennio al triennio. Spiega Roberta Fantinato, preside del liceo classico Minghetti di Bologna: «Ci hanno assegnato gli organici come se non ci fosse stata l’emergenza Covid. Con l’ulteriore paradosso che quest’anno nessuno è stato bocciato. Senza la consueta “tosatura” delle classi alla fine del primo biennio, le terze sono molto più affollate del solito».

Ci sono regioni come le Marche in cui alcune scuole hanno per tutto il percorso delle superiori più di trenta alunni in una stessa aula, con punte fino a 42. A Milano sono otto gli istituti superiori coinvolti dagli accorpamen­ti. A Varese, agli studenti del liceo Manzoni è andata anche peggio: hanno protestato contro la scelta di dividere una seconda di 19 alunni. Il preside ha spiegato che è già andata bene così perché è stata «tagliata» una sola classe quest’anno e in cambio la scuola ha ottenuto di avere una prima in più.

 ??  ?? Aule anti Covid
Il piano redatto dal ministero dell’istruzione prevede orari scaglionat­i, per gestire in maniera più sicura l’ingresso e l’uscita degli studenti. Le scuole avranno anche la facoltà 1 di organizzar­e turni. In aula si starà con la mascherina: a fine agosto si valuterà un alleggerim­ento, con l’abolizione almeno per le elementari
La distanza tra i banchi
Nelle aule scolastich­e i banchi dovranno essere singoli e la distanza da «bocca a bocca» degli studenti dovrà essere di almeno un metro. Tra le soluzioni 2 prospettat­e dal governo in vista degli acquisti con cui gli istituti dovranno adeguare le proprie dotazioni, ci sono anche sedie con il tavolino incorporat­o e girevole La mensa e la palestra
Alla mensa si accederà per turni. Inoltre sarà possibile prevedere l’opzione del pranzo al sacco. Gli studenti, fin dal cortile della scuola, 3 dovranno mantenersi a distanza di un metro l’uno dall’altro (con mascherina). In palestra la distanza sale a due metri. Ogni scuola avrà un medico competente individuat­o dalla Asl Un’immagine dal profilo Facebook del premier Conte su come saranno le aule alla riapertura il 14 settembre
Aule anti Covid Il piano redatto dal ministero dell’istruzione prevede orari scaglionat­i, per gestire in maniera più sicura l’ingresso e l’uscita degli studenti. Le scuole avranno anche la facoltà 1 di organizzar­e turni. In aula si starà con la mascherina: a fine agosto si valuterà un alleggerim­ento, con l’abolizione almeno per le elementari La distanza tra i banchi Nelle aule scolastich­e i banchi dovranno essere singoli e la distanza da «bocca a bocca» degli studenti dovrà essere di almeno un metro. Tra le soluzioni 2 prospettat­e dal governo in vista degli acquisti con cui gli istituti dovranno adeguare le proprie dotazioni, ci sono anche sedie con il tavolino incorporat­o e girevole La mensa e la palestra Alla mensa si accederà per turni. Inoltre sarà possibile prevedere l’opzione del pranzo al sacco. Gli studenti, fin dal cortile della scuola, 3 dovranno mantenersi a distanza di un metro l’uno dall’altro (con mascherina). In palestra la distanza sale a due metri. Ogni scuola avrà un medico competente individuat­o dalla Asl Un’immagine dal profilo Facebook del premier Conte su come saranno le aule alla riapertura il 14 settembre

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